
Molte aziende temono di veder accostato il proprio nome a contenuti fuori controllo o scarsamente moderati: se ne è lamentato l’idolo del basket Lebron James
Elon Musk potrebbe aver fissato a 8 dollari (non 20, come da dichiarazioni precedenti, e neanche 15) il prezzo dell’abbonamento premium di Twitter, la compagnia che la scorsa settimana ha rilevato per 44 miliardi. È quanto emerge da uno scambio che il tycoon ha avuto sulla piattaforma di microblogging con lo scrittore Stephen King.
Mentre Musk cerca nuove risorse, proprio i big che garantivano pubblicità all’azienda si sono messi in attesa. Il primo in ordine di tempo è stata la compagnia automobilistica General Motors, che ha sospeso la sua attività di advertising sulla piattaforma fino a che non saranno chiare le policy in fatto di moderazione dei contenuti.
Il fatto è che molte aziende temono di veder accostato il proprio nome a contenuti fuori controllo o scarsamente moderati: esattamente la filosofia che Musk vorrebbe portare sulla sua piattaforma.
Oltre a General Motors, questa settimana Interpublic Group of Companies (gruppo di agenzie di comunicazione nato nel 1961 e che hanno in portafoglio clienti pesati come CVS Pharmacy, Nintendo e Unilever), e la global media agency Havas Media, hanno esortato i loro clienti a mettere in pausa i loro annunci pubblicitari su Twitter perchè “potrebbe non essere più sicuro”.
Secondo un’analisi dell’Anti-Defamation League (gruppo internazionale impegnato “contro l’antisemitismo e tutte le forme di pregiudizio”) nelle prime 24 ore dopo la notizia che Musk aveva completato l’acquisizione, più di 1.200 tweet e retweet hanno diffuso post e meme antisemiti: un’operazione, secondo il gruppo, partita dalla piattaforma 4chan e passata anche su Telegram.
Sempre il 28 ottobre, in un post su Twitter, la star dell’NBA LeBron James (nella foto) ha scritto che l’aumento dell’uso di “N-words” su Twitter, parole razziste, è stato “spaventoso”, dopo l’acquisizione di Musk, riferendosi ai dati della società di ricerca sui social Network Contagion Research Institute, secondo cui l’uso delle N-words è aumentato del 500% su Twitter nelle 12 ore successive alla presa del controllo di Musk.
Non solo bollino blu a pagamento: secondo quanto emerge da un’email interna ottenuta dal Washington Post, starebbe lavorando a una funzionalità che consentirebbe alle persone di pubblicare video e di addebitare agli utenti la visualizzazione. Il social network punterebbe a rendere questa funzionalità denominata “Paywalled video” operativa a breve tra una o due settimane. L’accesso ai video per gli utenti avrebbe dei prezzi variabili: 1, 2, 5 o 10 dollari.