Il leader della Cgil traccia, su La Stampa, il suo giudizio sui primissimi provvedimenti del nuovo governo
Per il segretario della Cgil Maurizio Landini quello del governo «è un brutto inizio»: «Questi primi provvedimenti annunciati – dice in un’intervista a La Stampa – hanno un carattere ideologico e identitario e non mi pare rispondano ai bisogni reali delle persone e alle emergenze che dobbiamo affrontare col Paese».
«Abbiamo chiesto con Cisl e Uil un incontro con la presidente del Consiglio – aggiunge – per discutere tutto questo e delineare un nuovo modello di sviluppo nella cui costruzione il sindacato e il mondo del lavoro siano pienamente coinvolti e non solo informati a cose fatte».
Non è stato un buon inizio, afferma, perché «penso all’innalzamento del contante deciso quando invece bisognerebbe mettere il contante nelle tasche di chi non arriva alla fine del mese e lottare contro evasione fiscale, corruzione, caporalato, lavoro nero e mafie».
Sui rave «mi chiedo come si possa scrivere una norma così generica, e quindi pericolosa, che potrebbe essere utilizzata per qualsiasi manifestazione».
Sul Covid «mi interrogo sui provvedimenti presi sui vaccini, su quale sia stata l’evidenza scientifica considerata, visto che il virus si diffonde ancora e il bisogno di vaccinarsi lo abbiamo. Senza dimenticare che la Sanità ha bisogno di assunzioni e investimenti per potenziare servizi territoriali, i pronto soccorso e le terapie intensive».
«Nessuno può dire che può rappresentare da solo la maggioranza del Paese. C’è bisogno di un confronto e di una mediazione sociale – dice Landini -. Se avremo ascolto, bene. Se ciò non dovesse avvenire, se il governo volesse deliberare da solo, decideremmo naturalmente tutti gli strumenti necessari e democratici per sostenere le nostre posizioni».