
Secondo la banca centrale, il 2023 sarà un anno difficile per l’economia britannica, che a causa della contrazione dei redditi reali a causa dell’aumento dei costi dell’energia
La Bank of England (nella foto) prevede un outlook molto problematico per l’economia britannica, con una recessione per un periodo prolungato e l’inflazione Cpi a livelli elevati sopra il 10% nel breve termine.
Questo anche a causa della contrazione dei redditi reali a causa dell’aumento dei costi dell’energia globale, cosa che ha un impatto negativo sui consumi e sulla spesa delle famiglie.
La Banca centrale britannica ha alzato i tassi di interesse di 75 punti base, il rialzo maggiore dal 1989, portandoli dal 2,25% al 3%, il livello più alto da novembre 2008.
In particolare, come si legge nel documento diffuso al termine della riunione della Monetary Policy Committee (Mpc), il Pil del Regno Unito è atteso in calo nel 2023 (-1,9% a fine anno) e nel primo semestre 2024, per chiudere l’anno a -0,1% e risalire a +0,7% a fine 2025.
L’inflazione Cpi, che si è attestata al 10,1% in settembre, è attesa in rialzo al 10,9% a fine 2022 (contro il 13,1% stimato ad agosto), per poi scendere progressivamente al 5,2% nel 2023 e all’1,4% nel 2024.
Tuttavia, secondo la Boe, il rallentamento dell’attività economica attorno alla fine dell’anno dovrebbe essere meno pronunciata che ad agosto, anche grazie al supporto delle misure di supporto varate nel Paese, come il meccanismo di garanzia sui prezzi dell’energia (Energy Price Guarantee).
Le condizioni del mercato del lavoro restano tese, pur se con qualche segnale di allentamento delle pressioni.