
Il governo punta a una minore attenzione ad alcune voci, ecco quali
Nei progetti promessi durante la campagna elettorale dal governo Meloni c’è anche la riforma del calcolo dell’Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Il che potrebbe portare anche a un ricalcolo dell’assegno unico. L’esecutivo punta infatti a rielaborare l’impatto delle proprietà immobiliari sul conteggio finale dell’Indicatore: sono infatti queste che spesso lo fanno alzare e che rendono perciò inaccessibili gli altri sostegni economici.
Nello specifico, fra le ipotesi sul tavolo c’è l’idea di dare meno peso alle proprietà diverse dalla prima casa sfitte oppure frutto di eredità. In quest’ultimo caso, la modifica si applicherebbe in particolare quando la proprietà risulta essere in condivisione. L’ipotesi alternativa è portare la franchigia da 52mila a 80mila euro. Anche la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, nel corso della registrazione di Porta a Porta ha ribadito che fra gli obiettivi principali del governo c’è «correggere e incrementare l’assegno unico che attualmente è di 15 miliardi l’anno». E ha proseguito: “Il prossimo anno vogliamo rifinanziare e portare la quota a 18 miliardi. Abbiamo in mente anche altre iniziative”. Secondo l’Osservatorio sull’assegno unico pubblicato dall’Inps, sono quasi 5,3 milioni le famiglie italiane che lo ricevono al mese per oltre 8,3 milioni di figli: tra marzo e agosto sono stati spesi circa 1,2 miliardi in media al mese per quasi 7,3 miliardi complessivi in sei mesi. Inoltre circa il 46% degli assegni pagati per figlio è indirizzato a beneficiari appartenenti a nuclei con Isee inferiore ai 15mila euro. Il 20% dei figli appartiene invece a famiglie che non hanno presentato Isee.
L’Assegno unico è un sostegno economico alle famiglie con figli a carico, scatta a partire dal 7° mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni (al ricorrere di determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli disabili. Come si legge sul sito dedicato, è ‘universale’ perché garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico.
Altra tappa all’orizzonte, sul calcolo finale dell’assegno ci sarà da aggiungere la rivalutazione. Anche questa misura infatti, come le alcuni altri trattamenti assistenziali e previdenziali, è soggetto a mutamenti connessi all’indice del costo della vita, come stabilisce il D.Lgs 230/2021. Gli importi dovranno perciò essere aggiornati nel 2023. Se dovesse essere confermato l’andamento dell’inflazione – un tasso dell’8% per il 2022 – il prossimo anno ci sarà sia un aumento della soglia Isee entro cui godere della somma massima dell’assegno, che a sua volta potrebbe passare da 174 a 189 .