L’esecutivo apre a nuove trivellazioni nell’Adriatico, soddisfazione del Cdm
Le trivellazioni nell’Adriatico, oggetto di pesanti polemiche da parte delle associazioni degli ambientalisti, saranno autorizzate. Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok alla presentazione di un emendamento al decreto-legge Aiuti-ter che introduce norme volte al rafforzamento della “sicurezza degli approvvigionamenti” di gas naturale e alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti, attraverso l’incremento dell’offerta di produzione nazionale destinabile ai clienti finali industriali a prezzo accessibile. Un tentativo, secondo quanto dichiarato dall’esecutivo, di diminuire la dipendenza italiana dal gas russo.
Il ministro dell’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha spiegato al termine del Cdm: «Viene autorizzata l’estrazione da giacimenti nazionali con capacità sopra a 500 milioni di metri cubi. Potenzialmente si stima una quantità di 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell’arco di 10 anni». Poi ha specificato, in riferimento all’area dell’itticultura più nota d’Italia: «Tutto questo deve avvenite sotto al 45esimo parallelo con l’eccezione che riguarda il ramo Goro del Po».
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha invece argomentato la decisione in un’ottica di maggiore indipendenza dalle importazioni da Mosca: «Ci sarà la possibilità di liberare alcune estrazioni di gas italiano, immaginando nuove concessioni, chiedendo ai nuovi concessionari che vorrebbero accedere alle concessioni di mettere in campo da gennaio gas da destinare alle aziende energivore ad un prezzo calmierato».