
Perde quota il gas verso fine seduta a 110,9 euro al MWh (-3,3%), segno opposto per il petrolio
Chiusura di seduta mista per i principali indici borsistici europei. Il Dax di Francoforte chiude in rialzo a +0,52% a 13.530,00 punti. Il Cac 40 di Parigi termina invece perfettamente sulla parità, rimanendo stabile a 6.416,61 punti. In negativo Londra, dove il Ftse 100 termina la seduta odierna a -0,36% a 7.308,55 punti, mentre l’Ibex 35 di Madrid chiude in positivo a +0,27% a 7.964,39 punti.
L’indice Ftse Mib è il migliore del Vecchio Continente, con un rialzo finale dello 0,90%, leggermente sotto i massimi di seduta, confermandosi ai livelli di giugno scorso.
La speranza che le Banche centrali possano rallentare il ritmo dei rialzo dei tassi continua a spingere le Borse europee che, in scia alla corsa di venerdì, hanno continuato a riguadagnare terreno (con la sola eccezione di Londra). L’attenzione degli investitori è già orientata verso il dato dell’inflazione Usa, che inciderà sulle decisioni della Fed, ma nel frattempo si attendono anche le elezioni statunitensi di mid-term, con l’esito di un Congresso diviso, o a maggioranza repubblicana, che potrebbe determinare uno stallo sulla politica fiscale di Biden (opzione che non sembra sgradita a Wall Street).
E mentre prosegue in chiaroscuro la stagione delle trimestrali, la Cina ha confermato la sua rigida politica di “Covid zero”, i cui effetti a lungo termine saranno tutti da valutare (ma per ora pesano sul tech, con Apple che si attende una fornitura ridotta di iPhone a causa delle restrizioni di Pechino).
Sul listino milanese, exploit di Tim (+10,7%) con il mercato che scommette su un’opa di Cdp in base al cosiddetto “Piano Minerva” del nuovo governo Meloni. Bene Iveco nell’auto (+4%) e Nexi (+3,7%). In fondo UniCredit (-1,9%) sulle indiscrezioni su possibili attriti con la Bce in merito alla politica dei dividendi. Fuori dal listino principale, balzo di Mps (+11,7%) dopo aver chiuso l’aumento di capitale.
Sul mercato dei cambi, l’euro è risale a 0,999 dollari tornano sulla parità (da 0,9912 venerdì in chiusura), e vale 146,51 yen (145,858), mentre il dollaro/yen si attesta a 146,53 (147,152).
Perde quota il gas verso fine seduta a 110,9 euro al MWh (-3,3%), segno opposto per il petrolio: il Wti consegna a dicembre scambia a 93,4 dollari (+0,8%) e il Brent di gennaio a 99,1 dollari (+0,6 per cento).