
Il dato è stato influenzato dall’inflazione. Le imposte dirette, invece, hanno avuto una diminuzione del gettito di 4.506 milioni di euro (-19,9%)
Nel periodo gennaio-settembre 2022 le entrate tributarie erariali accertate in base al criterio della competenza giuridica ammontano a 378.845 milioni di euro, con un incremento di 37.086 milioni di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+ 10,9 %).
Lo comunica il Mef, spiegando che il “significativo incremento di gettito” è influenzato principalmente da tre fattori: dal trascinamento degli effetti positivi sulle entrate che si sono determinati a partire dal 2021, dagli effetti dei decreti Rilancio e Agosto e dagli effetti dell’incremento dei prezzi al consumo che ha favorito la crescita del gettito dell’Iva.
A settembre le entrate tributarie sono state pari a 35.141 milioni di euro (-3.606 milioni di euro, -9,3% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). In particolare, le imposte dirette hanno avuto una diminuzione del gettito di 4.506 milioni di euro (-19,9%) e le imposte indirette hanno registrato un incremento pari a 900 milioni di euro (+5,6%).
La diminuzione del gettito, si spiega, è dovuta al fatto che il confronto tra settembre 2022 e settembre 2021 non è omogeneo: lo scorso anno, per i contribuenti sottoposti agli indici di affidabilità fiscale (ISA), i termini di versamento delle imposte risultanti dalle dichiarazioni dei redditi, quelli dell’imposta regionale sulle attività produttive e quelli dell’imposta sul valore aggiunto erano stati prorogati al 15 settembre, mentre quest’anno i termini sono rimasti quelli ordinari (30 giugno-31 agosto).
Per quanto riguarda in particolare le imposte dirette, nei nove mesi si è avuto un aumento di 17.873 milioni di euro (+9,4%). Il gettito dell’Irpef ha registrato un +3,8%. In particolare, le ritenute effettuate sui redditi dei dipendenti del settore privato hanno avuto un +2,4% e le ritenute lavoratori autonomi un +8,1% mentre quelle sui redditi dei dipendenti del settore pubblico sono diminuite (-0,6%). I versamenti per autoliquidazione sono aumentati del +27,2%.
“Significativi incrementi” di gettito si sono registrati per l’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (+1.457 milioni di euro, +103,6%) per effetto dell’andamento favorevole del mercato del risparmio gestito nel 2021 e per l’elevata redditività degli investimenti.
Anche l’imposta sostitutiva sul valore attivo fondi pensioni ha registrato un +102,4% attribuibile al positivo andamento delle posizioni in essere presso le forme pensionistiche complementari a fine 2021, rispetto al 2020, e ai rendimenti.
Si segnala l’incremento dell’Ires pari a 8.932 milioni di euro (+52,5%). Infine, l’imposta sostitutiva sui redditi nonché ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale ha avuto un -5,7% mentre si registra un incremento per le ritenute sugli utili distribuiti dalle persone giuridiche (+35,8%).
Sul fronte delle imposte indirette si registra un +12,7%: all’andamento positivo ha contribuito l’Iva (+17.797 milioni, +18%), con la componente relativa agli scambi interni in aumento del 13% e quella sulle importazioni +58,8% (grazie soprattutto alla crescita del prezzo del petrolio, si puntualizza).
Tra le altre imposte indirette, bene l’imposta di bollo (+18,7%) e quella di registro (+6,3%) mentre l’imposta sulle assicurazioni cala del 3,8%. Le entrate relative ai giochi hanno avuto un aumento di 2.264 milioni (+26,6%). Infine, il gettito delle entrate tributarie erariali derivanti da attività di accertamento e controllo ha evidenziato un +58,5%.