
La decisione è stata presa nonostante la catena logistico-produttiva sia ancora sotto pressione, benché più prevedibile, e i costi energetici e di inflazione sino sfidanti
Iveco Group ha chiuso il terzo trimestre 2022 con un utile netto di 47 milioni di euro, in crescita di 23 milioni rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’utile netto adjusted del trimestre ammonta a 30 milioni di euro (15 milioni di euro di incremento rispetto al terzo trimestre 2021), che esclude il provento della fase finale della ristrutturazione delle joint venture cinesi.
Il risultato diluito per azione adjusted è pari a 0,10 euro (in aumento di 0,06 euro rispetto al terzo trimestre 2021). I ricavi consolidati sono pari a 3,52 miliardi di euro, in crescita del 19%, quando i ricavi netti delle attività industriali sono 3,471 miliardi di euro, in crescita del 18,6% principalmente per effetto di maggiori volumi e migliori prezzi.
L’Ebit adjusted è pari a 101 milioni di euro (in aumento di 44 milioni di euro rispetto al terzo trimestre 2021) con un margine del 2,9% (in crescita di 100 punti base rispetto al terzo trimestre 2021).
L’Ebit adjusted delle attività industriali è pari a 64 milioni di euro (33 milioni di euro nel terzo trimestre 2021), grazie a migliori prezzi, maggiori volumi e mix migliore che hanno più che compensato i maggiori costi delle materie prime e dell’energia.
Alla luce dei risultati del terzo trimestre e di una migliore disponibilità di semiconduttori per la restante parte dell’anno, Iveco Group ha rivisto al rialzo parte della guidance 2022, nonostante la catena logistico-produttiva sia ancora sotto pressione, benché più prevedibile, e i costi energetici e di inflazione siano sfidanti ed avranno impatti.
Iveco Group si aspetta per l’intero anno un Ebit adjusted consolidato tra 420 milioni e 440 milioni di euro (prospettive precedenti: tra 400 milioni e 420 milioni di euro) e ricavi netti delle attività industriali in aumento dal 5% al 6% rispetto al 2021 (prospettive precedenti: in aumento dal 3% al 4% rispetto al 2021).
Per quanto riguarda le previsioni per spese generali, amministrative e di vendita delle attività industriali, restano invariate e ci si aspetta che saranno inferiori al 6,5% dei ricavi netti. Infine la liquidità netta delle attività industriali è stimata oltre 1,2 miliardi di euro (prospettive precedenti: a circa 1,2 miliardi di euro).