Sosterrà le famiglie contro il caro bollette, ma restano molte incognite e nodi da sciogliere. Ecco quali.
Il benefit di 600 euro previsto dal Dl Aiuti bis riguarderà anche gli oneri dei condomini e le spese di luce e gas di chi convive con le spese di condominio. Una manna per gli inquilini, un problema in più per l’amministratore, perché imputare con precisione le spese condominiali, nel corso della gestione, alle quote individuali è attività davvero complessa. Ecco come potrebbe funzionare il nuovo benefit, e quali sono le criticità.
I datori di lavoro che vogliano sostenere i propri dipendenti con l’erogazione di un benefit sino a 600 euro, per pagare le bollette di acqua, luce e gas, possono farlo senza che vengano applicate le imposte e i contributi previdenziali. Nella circolare dell’Agenzia delle Entrate si specifica che “nel caso in cui il valore dei beni o dei servizi prestati, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale, risultino superiori al predetto limite, il datore di lavoro deve assoggettare a tassazione l’intero importo corrisposto, vale a dire anche la quota di valore inferiore al medesimo limite di euro 600”.
Attenzione quindi: la somma verrà tassata. A queste spese si aggiunge quanto chiarito dall’Agenzia che in una circolare specifica che sono ricomprese anche le utenze condominiali, purché a uso domestico, come ad esempio acqua e riscaldamento, intestate al condominio e “che vengono ripartite tra i condòmini (per la quota rimasta a carico del singolo condomino)”. La domanda quindi è: come si fa a ottenere questo aiuto?
Il primo step per il richiedente è produrre l’autocertificazione che deve essere conservata ai fini dei controlli, con annessa prova documentale delle spese pagate nel 2022 entro il 12 gennaio 2023. Spetta a questo punto all’amministratore di condominio, su richiesta dell’interessato, produrre un’attestazione delle spese pagate imputabili al richiedente. È bene ricordare che l’agevolazione può essere richiesta dal datore di lavoro, ovviamente dopo che siano stati presentati i conti. Possono essere richieste, ad esempio, le fatture pagate o una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà nel quale vengono indicati il numero e l’intestatario della fattura, la tipologia di utenza, l’importo pagato, la data e le modalità di pagamento.
E qui iniziano i problemi: il pagamento delle bollette condominiali avviene in un tempo diverso rispetto a quello della loro attribuzione al singolo condomino, perché i consumi attribuiti dipendono dalle letture rilevate sui contatori individuali dell’acqua e sui ripartitori o contatori di calore. In più in molti condomìni l’esercizio amministrativo non corrisponde all’anno solare, ma si chiude dopo la fine del servizio di riscaldamento, che è la spesa più rilevante. Come aggiustare questi nodi con l’erogazione del bonus, resta un inghippo da risolvere.