Le conferme sull’inflazione americana in rallentamento danno ulteriore supporto alla corsa dei listini azionari europei che allungano ancora la fase di recupero e chiudono quasi tutti in rialzo
Chiusura di seduta in rialzo per Piazza Affari, con il Ftse Mib che guadagna lo 0,42% a 24.699,75 punti. L’indice ha toccato il massimo intraday di 24.764,28 punti, mentre il minimo si è attestato a 24.498,49 punti. L’indice Cac 40 di Parigi guadagna lo 0,30% a 6.628,68 punti, il Dax 30 di Francoforte registra un +0,46% a 14.378,82 punti e l’Ftse 100 di Londra lascia sul terreno lo 0,19% a 7.371,30 punti.
Le conferme sull’inflazione americana in rallentamento danno ulteriore supporto alla corsa dei listini azionari europei che allungano ancora la fase di recupero e chiudono quasi tutti in rialzo.
Dopo i prezzi al consumo Usa di ottobre, che avevano acceso la scommessa su una Fed meno aggressiva sui tassi Usa, anche i prezzi alla produzione sono stati inferiori alle aspettative (+0,2% rispetto al mese precedente con una revisione a +0,2% anche di settembre).
Ma la sessione era già partita in guadagno grazie alla vivacità dei mercati asiatici che hanno di nuovo beneficiato della volontà di Pechino di intervenire a supporto del settore immobiliare.
Anche se il greggio ha frenato, a causa del calo delle stime sulla domanda da parte dell’Opec, sono stati due titoli petroliferi a fare da capofila: Saipem (+4,98%) ha beneficiato dei nuovi contratti in Medio Oriente e Africa da 800 milioni di dollari, mentre Tenaris (+4,7%) ha sfruttato la raccomandazione positiva di JpMorgan (“overweight” con target a 50 dollari per azione).
Le peggiori sono state Nexi (-9,8%), all’indomani del collocamento del 5% del capitale da parte di Intesa Sanpaolo (+0,1%) che è uscita dall’azionariato, e Tim (-2,9%) con le indiscrezioni di stampa che danno meno chance alle ipotesi di un’opa sul gruppo delle telecomunicazioni.
L’euro/dollaro segna 1,0389 dopo aver toccato i massimi da luglio a 1,0480 dopo la pubblicazione dei dati Usa. Petrolio in lieve calo: il Brent gennaio è sceso di mezzo punto percentuale a 92,5 dollari al barile, il Wti dicembre arretra a 85,4 dollari al barile. Gas in rialzo (+8%) a 123 euro al megawattora.