
Un aumento del 10% del costo della vita non compensato dalla crescita del reddito si traduce in una riduzione della capacità di spesa di poco superiore al 20% per le famiglie a reddito più basso
Dall’inizio del 2022, le famiglie dell’area dell’euro hanno registrato il più grande aumento dei prezzi al consumo degli ultimi decenni e il primo aumento dei tassi di interesse da oltre dieci anni. Per alcune famiglie, soprattutto per quelle a basso reddito, questi shock potrebbero portare a difficoltà finanziarie, tra cui l’insolvenza del debito.
Lo scrive la Bce nello studio “Disuguaglianza delle famiglie e rischi per la stabilita’ finanziaria: esplorare l’impatto delle variazioni dei prezzi al consumo e dei tassi di interesse”, appena pubblicato. Il rischio è più pronunciato nel 20% delle famiglie più povere dell’area euro ma secondo lo studio dell’Eurotower, un sostegno politico volto a smorzare l’impatto degli shock potrebbe contribuire a mitigare questo rischio.
La famiglia media a basso reddito dell’eurozona, si legge nello studio, spende gran parte del proprio reddito in beni di prima necessità e in abitazioni. La famiglia media a medio reddito nell’area dell’euro spende circa il 34% del suo reddito lordo per i beni essenziali – cibo, energia e abitazione – lasciando spazio ai risparmi o all’acquisto di beni di consumo durevoli come le automobili.
Al contrario, la famiglia media nella fascia con il reddito più basso spende circa il 70% per i bisogni primari. Pertanto, un aumento del 10% del costo della vita non compensato dalla crescita del reddito si tradurrebbe in una riduzione della capacità di spesa di poco superiore al 20% per le famiglie a reddito più basso, contro il 5% circa per le famiglie a reddito medio. L’effetto sproporzionato sulle famiglie a basso reddito potrebbe, a sua volta, limitare considerevolmente la loro capacità di resistere agli shock.
Gli esperti dell’Eurotower spiegano che mentre in molti Paesi l’elevata percentuale di mutui a tasso fisso mette le famiglie al riparo dall’impatto immediato dell’aumento dei tassi ipotecari, alcuni Paesi hanno ancora una prevalenza di mutui a tasso variabile, rendendo le famiglie più vulnerabili alle recenti variazioni dei tassi ipotecari.
In estrema sintesi, più basso è il reddito, più alta è la probabilità che la mancanza di liquidità derivante da variazioni dei prezzi e dei tassi di interesse si traduca in un’insolvenza del debito.
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