
Le sanzioni dell’Antitrust risalivano al 2016 per pratiche aggressive nella fatturazione. Il Tar ha riconosciuto valide sono una parte delle motivazioni dell’Autorità
Multe ridimensionate per le cinque big dell’energia a metà maggio 2016 sanzionate dall’Antitrust per pratiche aggressive nella politica di fatturazione dei consumi. Lo ha deciso con sentenza il Tar del Lazio (nella foto la sede), in accoglimento dei ricorsi proposti da Acea Energia, Edison Energia, Eni ed Enel Energia con Enel Servizio elettrico.
Complessivamente ammontarono a 14,5 milioni di euro le multe inflitte dall’Antitrust, con i provvedimenti sanzionatori che riguardarono “i meccanismi di fatturazione e le ripetute richieste di pagamento per bollette non corrispondenti a consumi effettivi, nonché gli ostacoli frapposti alla restituzione dei rimborsi”.
Il procedimento dell’Autorità fu avviato nel luglio 2015 sulla base di numerose segnalazioni di singoli consumatori e diverse associazioni di consumatori. Nello specifico, le multe furono di 3,6 milioni per Acea ed Eni, 2,985 milioni per Enel Energia, 2,620 milioni per Enel Servizio elettrico e 1,725 milioni per Edison. F
u accertato che le società realizzarono una gestione inadeguata delle istanze e delle comunicazioni di clienti finali che lamentavano la fatturazione di consumi di elettricità o di gas naturale divergenti da quelli effettivi; e poi ci fu una mancata o ritardata restituzione di importi dovuti a vario titolo ai clienti finali.
Il Tar ha ritenuto parzialmente fondati i motivi di ricorso proposti, considerando illegittimo il provvedimento sanzionatorio nella parte in cui sono state assunte a pratiche commerciali scorrette condotte in linea con la disciplina di settore.
Cosa diversa quanto alla vicenda della gestione dei reclami. Infatti – si legge – veniva data priorità ai più recenti (onde evitare il pagamento degli indennizzi previsti dalla regolamentazione di settore), creando così un enorme accumulo di arretrati (c.d. backlog). La circostanza determinava una limitazione dei diritti degli utenti a proporre reclami, atteso che la politica imprenditoriale prevedeva l’immediato affidamento a soggetti esterni incaricati della riscossione, indipendentemente dalla lavorazione o dall’accoglimento del reclamo, nonché, in alcuni casi, anche nelle ipotesi di avvenuto pagamento della bolletta.
Solo in questi limiti, quindi, può considerarsi non conforme alla specifica diligenza richiesta da un fornitore di un servizio pubblico essenziale l’inefficiente gestione dei reclami”. Alla fine sanzioni ridotte a un milione di euro per Acea e Eni, a un milione e 100mila euro per Enel Energia, a 900mila euro per Enel Servizio Elettrico, e a 500mila euro per Edison Energia.
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