
La fiducia delle imprese è trainata dalle aspettative sulla produzione nel manifatturiero, da quelle sugli ordini nei servizi di mercato e dalle attese sulle vendite al dettaglio
Dopo aver toccato i minimi del maggio 2013, a novembre torna a risalire la fiducia dei consumatori (da 90,1 a 98,1). Inverte la curva anche la fiducia delle imprese (da 104,7 a 106,4) in flessione da 4 mesi . È la stima di novembre dell‘Istat. La fiducia delle imprese è trainata dalle aspettative sulla produzione nel manifatturiero, da quelle sugli ordini nei servizi di mercato e dalle attese sulle vendite al dettaglio.
I consumatori guardano positivamente ad opinioni sulla situazione economica del Paese seguite da attese sulla situazione economica familiare e da opinioni sul risparmio (possibilità future) in ripresa.
Tutte le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori sono in miglioramento, osserva l’Istat. Anche i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti presentano una variazione congiunturale estremamente positiva.
In particolare, il clima economico e il clima futuro registrano le variazioni più accentuate (rispettivamente da 77,6 a 95,2 e da 88,8 a 102,8); il clima personale e quello corrente aumentano in modo più contenuto (nell’ordine da 94,3 a 99,0 e da 91,0 a 94,9).
Con riferimento alle imprese, il clima di fiducia migliora in tutti i comparti (nel settore manifatturiero l’indice passa da 100,7 a 102,5, nei servizi da 96,0 a 98,8 e nel commercio al dettaglio da 109,0 a 112,2) ad eccezione delle costruzioni dove l’indice diminuisce da 157,5 a 151,9.
Considerando le componenti per quanto riguarda la fiducia delle imprese, nel comparto manifatturiero si rileva un peggioramento dei giudizi sulla domanda e un incremento delle giacenze di prodotti finiti, mentre sono in deciso miglioramento le attese sulla produzione.
Nelle costruzioni tutte le componenti peggiorano. Per quanto riguarda il comparto dei servizi di mercato, le attese sugli ordini registrano un marcato miglioramento mentre il saldo dei giudizi sugli ordini e quello sull’andamento degli affari diminuiscono.
Nel commercio al dettaglio, infine, le attese sulle vendite crescono decisamente mentre i relativi giudizi si deteriorano; le opinioni sulle scorte rimangono sostanzialmente stabili.
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