Lo afferma il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio del Senato
La soluzione lo “smaltimento” dei crediti di imposta derivanti dal Superbonus e rimasti nei cassetti fiscali delle imprese che hanno effettuato lo sconto in fattura, o delle banche che li hanno acquistati, prospettata nel dl Aiuti quater «sebbene costituisca una ulteriore opzione, non riesce a essere risolutiva“.
Lo afferma il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, nel corso dell’audizione in commissione Bilancio del Senato. «Lato imprese – spiega Sabatini – la soluzione non appare risolutiva perchè il loro obiettivo è cedere i crediti e ottenere la liquidità necessaria per completare i molti cantieri ora bloccati. Modificare l’orizzonte temporale dei bonus distribuendone la compensazione su 10 anni potrebbe forse consentire a alcune imprese di non perdere parte della annualità in scadenza a fine 2022, nel presupposto che si abbia sufficiente capienza fiscale per compensare ma, come detto, resterebbero i problemi di liquidità».
«Lato banche – prosegue -, il valore in bilancio dei crediti fiscali acquisiti è essenzialmente funzione del periodo di compensazione residuo, espandere questo periodo ex post determina immediati impatti in bilancio in termini di svalutazione (impairment) di questi crediti. Non è quindi per tale via che si può ricercare un ampliamento della capacità fiscale delle banche (intesa appunto come capacità di compensazione dei crediti con le proprie debenze fiscali)».