
Rincari nei trasporti, nell’hotellerie e nella ristorazione: molte le ricerche su internet ma poche le prenotazioni. Sperando nell’occasione
L’inflazione si fa sentire e si avverte prudenza anche nei tempi di prenotazione, ma dopo due anni di chiusure la voglia di viaggiare è più forte che mai. Pier Ezhaya, presidente di Astoi Confindustria Viaggi (l’associazione di categoria dei tour operator) spiega che si registra un trend positivo di prenotazioni, non ancora tornate ai livelli del 2019. Se si considera il periodo di picco del Natale e Capodanno si stima un -12% di passeggeri ma, per effetto dell’inflazione, un -4% sul fatturato.
Come riporta Il Sole 24 ore, l’incremento medio degli aumenti per i pacchetti vacanza, considerando anche l’impatto del carburante e il cambio dollaro-euro, si aggira tra un +12 ed un +15% rispetto al 2021, mentre sale almeno del +20% rispetto al 2019, quando i costi del carburante ma anche degli hotel erano ben diversi, sempre secondo le stime di Astoi Confindustria Viaggi.
Più o meno in linea la previsione di Albergatore Pro, la community degli albergatori professionisti, che per il solo segmento temporale delle vacanze natalizie rileva un aumento del 13% sul 2021 e del 26% sul 2019 nel costo delle camere alberghiere. «Il prezzo medio giornaliero di una camera in un hotel 4 stelle in montagna con trattamento mezza pensione – dichiara l’analisi di Albergatore Pro su un campione di 400 hotel di montagna – passa dai 386,3 euro dell’inverno 2021 ai 439,5 del 2022».
Per dare indicazioni sul trend è importante fare un confronto con gli anni scorsi. «Guardando alle prenotazioni per l’arco invernale – sottolinea Ezhaya – che nel 2019 si aveva un portafoglio di prenotazioni più corposo per il periodo che va da gennaio ad aprile e dopo il Covid si è accentuato il fenomeno delle vendite ravvicinate alla data di partenza. Attualmente siamo sotto del 16% in termini di passeggeri e del 9/10% in termini di fatturato per quanto riguarda la stagione invernale, ma siamo certi che i numeri si riallineeranno a quelli delle festività».
Oltre alla montagna, c’è la ricerca del caldo. L’associazione dei tour operator decreta il successo delle Maldive (nella foto) per le prossime festività, isole che tengono bene il mercato, nonostante i prezzi più elevati. Anche l’Egitto, non soltanto balneare, ma culturale con le crociere sul Nilo, “risulta tonico”, poi brilla per richieste la Repubblica Dominicana, all’interno di un’area caraibica “in sofferenza”.
Buono anche il trend di Stati Uniti e Thailandia per viaggi tailor made e con volo di linea. Sulla spesa media, la quota per persona per l’alta stagione di Natale e Capodanno si aggira sui 1700-1800 euro a persona, «considerando però l’alta influenza del lungo raggio e il peso delle partenze in altissima stagione». Seppure dalla ricerca con Google emerge molta richiesta anticipata, figlia dell’attrattività del settore turistico e del desiderio di viaggiare, alla fine la conversione delle pratiche avviene sotto data, «anche per la paura di impegnarsi in virtù delle tante variabili congiunturali», spiega ancora Ezhaya a Il Sole 24 Ore.
Il nodo economico sta facendo “scivolare” la domanda dei clienti verso servizi meno costosi a livello alberghiero e incide sulla scelta delle destinazioni, con uno spostamento dal lungo al corto raggio per motivi di prezzo.
Altro aspetto interessante è rappresentato dal cambiamento dei bisogni per la vacanza in montagna. Così se fino a pochi anni fa si prenotava una settimana bianca per sciare, ma oggi i pass e i settimanali aumentati di prezzo fanno sì che non tutti sciino e c’è la ricerca di altri servizi in hotel, dal benessere alla Spa, alla cucina, alle escursioni. Una ricerca di esperienze che porta ad una fruizione più ampia della vacanza, tendenza già riscontrata nei viaggi anche prima del Covid.