
Parte la mobilitazione rilanciata dalla sigla sindacale contro la manovra presentata dal Governo
Nessun passo indietro per la Cgil che rilancia la mobilitazione indetta su tutto il territorio nazionale a partire da domani e fino a venerdì 16 dicembre. Una decisione in controtendenza rispetto a quanto annunciato nei giorni scorsi da Cisl che invocava alla trattazione con il Governo sulla manovra.
Rivendicando l’ondata di scioperi, la sigla sindacale ha anche ribadito le proprie richieste sulla legge di Bilancio in approvazione in questi giorni, a partire dalla questione salariale: Cigl spinge su aumento dei salari mediante la detassazione degli aumenti dei contratti, con una decontribuzione al 5% e un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione, perpetrando il cosiddetto recupero del drenaggio fiscale.
Fra le richieste del sindacato anche l’istituzione di un salario minimo e di altre tutele contrattuali, passando per l’eliminazione del lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo. Sul tavolo anche le tasse, dagli extraprofitti al principio della progressività.
Sulle pensioni, Cgil rilancia la cancellazione della legge Fornero e l’introduzione dell’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, ma anche l’istituzione di una pensione di garanzia per i giovani, il riconoscimento del lavoro di cura e delle differenze di genere, l’uscita con 41 di contributi.
«Riforme vere – come spiega il sindacato – ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese, sulla trasformazione digitale e la riconversione verde, su uno stato sociale più forte e qualificato».