
Con 95mila lavoratori impiegati nel 2021 nel comparto domestico, è l’Ucraina la nazionalità più rappresentata nella componente non comunitaria
Su 961mila domestici regolari circa il 70% sono stranieri con una grande prevalenza di extracomunitari che rappresentano il 53% del totale (514mila lavoratori). Lo sottolinea Assindatcolf che chiede al governo di prevedere quote dedicate al lavoro domestico sul dl flussi data l’importanza di questa attività per le famiglie italiane.
I lavoratori stranieri sono 672mila – si legge nel Dossier Statistico Immigrazione 2022 realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos con l’Assindatcolf – e sebbene la nazionalità maggiormente rappresentata sia quella romena (con 145mila addetti impiegati nel comparto) la componente non comunitaria prevale.
Con 95mila lavoratori impiegati nel 2021 nel comparto domestico, è l’Ucraina la nazionalità più rappresentata nella componente non comunitaria. Un dato presumibilmente destinato a crescere nel 2022, come conseguenza del conflitto russo-ucraino scoppiato a febbraio del 2022, che ha portato tanti profughi, in maggioranza donne, a rifugiarsi in Italia.
«Resta la convinzione – commenta Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – che per invertire la tendenza siano necessarie delle politiche di lungo corso che puntino a riformare il welfare in tutte le sue sfaccettature, a partire dalla programmazione dei flussi di ingresso. Al contrario, – prosegue – in Italia da oltre un decennio non vengono destinate quote dedicate al comparto domestico nei decreti flussi annuali. Una grave mancanza che sta mettendo a dura prova le famiglie datrici, che già oggi hanno difficoltà a trovare sul mercato personale che si occupi di anziani e bambini».