Mercoledì si pronunceranno la Federal Reserve e la Banca centrale del Giappone sulle proprie condotte di politica monetaria. Giovedì sarà la volta della Bce e di quella inglese (BoE).
In apertura, l’indice Cac di Parigi cede lo 0,41% a 6.650,56 punti, il Dax 30 di Francoforte arretra dello 0,55% a 14.292,15 punti e l’Ftse 100 di Londra segna una flessione dello 0,29% a 7.455,30 punti. A Piazza Affari l’Ftse Mib perde nei primi scambi lo 0,40%
Avvio debole per le Borse europee nella settimana delle banche centrali. I listini del Vecchio Continente hanno rallentato il passo già nei giorni scorsi e anche Wall Street venerdì ha chiuso in calo, archiviando l’ottava peggiore da settembre.
Mercoledì si pronunceranno la Federal Reserve e la Banca centrale del Giappone sulle proprie condotte di politica monetaria. Giovedì sarà la volta della Banca centrale europea e di quella inglese (BoE).
Secondo gli osservatori Fed e Bce alzeranno entrambe il costo del denaro di 50 punti base. Non sono però da escludere sorprese negli States dopo alcuni dati, come quello sul mercato del lavoro, che rimane forte, e anche quello sui prezzi alla produzione di novembre annunciato venerdì e superiore alle attese.
Sul fronte valutario, l’euro passa di mano a 1,0516 dollari (1,537 venerdì in chiusura) e a 143,96 yen (143,72), mentre il dollaro/yen è a 136,87 (136,38). In rialzo il prezzo del petrolio: il Wti, consegna a gennaio, scambia a 71,56 dollari al barile (+0,76%). E’ in calo il valore del gas: si attesta a 133 euro al megawattora (-4,3%).
A Piazza Affari rimarrà sotto osservazione Telecom, mentre continuano a circolare mille ipotesi sulla gestione del dossier sulla rete. Potrebbero registrare variazioni le St, dopo le indiscrezioni in base alle quali gli Stati Uniti avrebbero chiesto al Giappone di frenare le esportazioni di chip in Cina. Potrebbe muoversi anche Unicredit, dopo la seduta volatile di venerdì scorso e dopo gli incontri del top management con gli investitori Usa.
La giornata macro si apre con i dati Uk su Pil, produzione industriale e bilancia commerciale. Dagli Stati Uniti arrivano le aspettative di inflazione della Fed di New York.