Al centro delle richieste sindacali e al centro degli stessi scioperi, l’aumento dei salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali
Per cambiare una manovra “sbagliata e contro il lavoro”, per rivendicare una manovra più giusta per le persone e più utile per il Paese, parte oggi una settimana di manifestazioni e scioperi promossi da Cgil e Uil organizzati a livello regionale.
La prima regione a mobilitarsi è stata la Calabria con lo sciopero e la manifestazione in programma per oggi. Domani invece , martedì 13 dicembre, sarà la volta della Sicilia e dell’Umbria. A Perugia, in piazza Italia, alle ore 11, interverrà il segretario generale della Cgil Maurizio Landini.
La Puglia sciopererà giovedì 14 dicembre; la manifestazione regionale che si terrà a Bari, in piazza Federico II di Svevia, alle ore 11.30, sarà conclusa da Maurizio Landini. Lo stesso giorno mobilitazioni anche in Trentino, Valle d’Aosta e Veneto. Giovedì 15 dicembre incroceranno le braccia le lavoratrici e i lavoratori di Marche, Abruzzo e Piemonte.
Venerdì 16 dicembre scenderanno in piazza, contestualmente agli scioperi, tutte le altre regioni: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio. Maurizio Landini concluderà la manifestazione che si terrà a Roma, in piazza Madonna di Loreto, a partire dalle ore 10.
Al centro delle richieste sindacali e al centro degli stessi scioperi, l’aumento dei salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro per recuperare almeno una mensilità, e introducendo un meccanismo automatico di indicizzazione delle detrazioni all’inflazione (cosiddetto recupero del drenaggio fiscale) ma anche molti altri temi.
La Cgil e la Uil infatti chiedono anche di conferire tutele a tutte le forme di lavoro assegnando ai Ccnl un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; l’eliminazione di ogni forma di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni.
E ancora: risorse per il diritto all’istruzione, per la sanità che ha affrontato e sta affrontando gli effetti drammatici della pandemia; la cancellazione della Legge Fornero ea favore invece di un’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e ”povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.
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