
Dall’abolizione delle restrizioni, un’ondata di casi ha investito il Paese, ma le autorità stanno cercando di rassicurare sulla natura benigna del virus nonostante la sua contagiosità
Cina, brusca inversione rispetto alla rigida politica zero Covid. Il Paese che all’inizio di dicembre ha revocato la maggior parte delle restrizioni sanitarie in vigore da quasi tre anni, ha stabilito che i residenti in Cina possono ora andare a lavorare “normalmente”, anche se hanno sintomi di Covid-19. Un radicale cambio in un Paese in cui un singolo caso poteva portare al confinamento di migliaia di persone.
Dall’abolizione delle restrizioni, un’ondata di casi ha investito il Paese, ma le autorità stanno cercando di rassicurare sulla natura benigna del virus nonostante la sua contagiosità.
Il comune-provincia di Chongqing (sud-ovest), che conta più di 30 milioni di abitanti, è uno dei primi ad autorizzare il ritorno al lavoro nonostante i sintomi di Covid. “I pazienti asintomatici e lievemente sintomatici possono andare al lavoro normalmente”, afferma un avviso delle autorità locali pubblicato domenica. Il documento prevede che non sarà più richiesto alcun test di screening, ad eccezione delle scuole o delle strutture sanitarie.
Il governo ora incoraggia la popolazione a isolarsi in casa quando compaiono i sintomi del Covid. Dall’altra parte del Paese, anche la provincia di Zhejiang, al confine con Shanghai, ha deciso che le persone con sintomi lievi possono “continuare a lavorare” a condizione che adottino “misure protettive”.
Gli esperti temono che la Cina sia mal equipaggiata per affrontare questa ondata di contagi, mentre il Paese continua a riaprire, con milioni di anziani vulnerabili ancora da vaccinare.