
La Cnil ha giustificato l’importo della multa “in base alla portata del trattamento (dei dati), al numero di persone interessate e ai benefici che la società trae dai ricavi pubblicitari”
L’autorità di protezione della privacy francese Cnil ha multato il colosso informatico americano Microsoft per 60 milioni di euro per non aver permesso il semplice rifiuto dei “cookie” sul suo motore di ricerca Bing. Si tratta della più grande multa comminata nel 2022 dall’autorità, che l’anno scorso aveva annunciato una campagna di controlli contro i siti che non rispettano le regole su questi web bug e aveva già inchiodato Google, Facebook e Amazon su questo tema.
Il panel ristretto della Commissione ha inoltre imposto a Microsoft di modificare le sue pratiche sul sito bing.com entro tre mesi, pena il pagamento di una penale di 60.000 euro per ogni giorno di ritardo. L’azienda è stata sanzionata perché gli utenti francesi del suo motore di ricerca Bing non potevano, fino al 29 marzo, rifiutare tutti i cookie senza passare attraverso un noioso processo di parametrizzazione.
La Cnil ha inoltre individuato l’installazione di due cookie senza il consenso degli utenti di Internet, anche se venivano utilizzati per scopi pubblicitari.
Per queste violazioni della direttiva europea ePrivacy, che è stata recepita nel diritto francese con la legge sulla protezione dei dati, l’autorità potrebbe imporre una multa fino al 2% del fatturato globale.
Nel suo comunicato stampa, la Cnil ha giustificato l’importo della multa “in base alla portata del trattamento (dei dati), al numero di persone interessate e ai benefici che la società trae dai ricavi pubblicitari indirettamente generati dai dati raccolti dai cookie”.
Il gigante della ricerca Google e il social network Facebook sono stati multati rispettivamente per 150 e 60 milioni di euro alla fine di dicembre 2021 per violazioni simili. Anche Google e Amazon sono stati multati alla fine del 2020 per non aver informato gli utenti sui cookie.
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