La strada, indicata da uno degli amministratori delegati, Sarandos, sarà rafforzare i controlli sugli indirizzi IP, sugli identificativi di ciascun device e sulle attività di ciascun account
Uno degli slogan pubblicitari che hanno portato Netflix nelle case di 223 milioni di abbonati era “l’amore è condividere una password”. Ma ora sembra arrivato il momento di prendere atto che l’amore eterno non esiste.
Come spiega la BBC, il problema è tutto in un numero: 100 milioni, secondo il gigante di Los Gatos, in California, sono le persone che si collegano alla piattaforma usando password prese in prestito, anziché pagando il servizio. Il risultato è che in cassa entrano molti meno soldi del previsto. E ora, finito il boom degli abbonamenti generato dalla pandemia di Coronavirus, tocca correre ai ripari. E controllare se chi accede alla piattaforma ha le carte, o meglio dire le password, in regola.
Realizzare una completa revisione dei sistemi di accesso non sarà semplice. Perché la condivisione della password è tuttora uno dei principi cardine della struttura di marketing di Netflix: basti pensare ai pacchetti-famiglia, in cui un abbonamento vale per genitori e figli, o alle persone che si spostano con frequenza, e si collegano alternativamente sui vari schermi di casa.
E potrebbe anche essere rischioso, perché rendere più macchinoso, o meno user friendly, il sistema di accesso potrebbe spingere i clienti paganti a disdire l’abbonamento, tanto più che il web è pieno di piattaforme concorrenti pronti ad accoglierli.
Ma la questione resta, e investe alcuni pilastri della struttura sociale. Per esempio: un figlio che va via di casa per studiare, è da considerarsi un famigliare convivente, e quindi un utilizzatore legittimo dell’account dei genitori? E per quanto tempo? E se la risposta è che sì, può continuare a usare l’account di famiglia, questo vale anche per i suoi coinquilini? E se una coppia ha due case, o vive separata? Deve sdoppiare l’abbonamento?
I dettagli sono ancora in fase di definizione, ma la direzione di marcia è stata indicata, per ultimo in un incontro con i principali investitori tenutosi all’inizio di questo mese. La strada, ha spiegato uno degli amministratori delegati, Ted Sarandos, sarà rafforzare i controlli sugli indirizzi IP, sugli identificativi di ciascun device e sulle attività di ciascun account.
L’introduzione dei controlli rafforzati dovrebbe avvenire già nei primi mesi del 2023. Secondo gli analisti, la stretta – nel solo mercato nordamericano – potrebbe generare entrate aggiuntive fino a 721 milioni di dollari all’anno. Nel 2021, il fatturato globale di Netflix è stato di 29,7 miliardi di dollari.