
Riduzione del 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al 5% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore
I cambiamenti climatici segnati dal surriscaldamento e dal moltiplicarsi degli eventi estremi tagliano i raccolti nazionali e mettono a rischio gli alimenti base della dieta mediterranea con riduzioni che vanno dal 30% per l’extravergine di oliva al 10% per passate, polpe e salse di pomodoro fino al 5% per il grano duro destinato alla produzione di pasta tricolore.
Emerge dall’analisi della Coldiretti a conclusione dell’anno più caldo di sempre con una temperatura che nei primi undici mesi la temperatura in Italia e stata superiore di 1,06 gradi la media secondo le elaborazioni su dati Isac Cnr.
Sul fronte dei raccolti la Coldiretti stima, infatti per quest’anno una produzione di pomodoro da industria per pelati, passate, polpe e concentrato di 5,5 milioni di tonnellate a livello nazionale, in calo dell’11% rispetto al 2021 con l’Italia che si classifica così al terzo produttore mondiale del 2022, dopo gli Usa leader mondiali e la Cina.
Per l’olio d’oliva si stima un crollo della produzione nazionale che è scesa a 230 milioni di chili con un calo del 30%, a causa di una siccità devastante mai vista negli ultimi 70 anni che ha messo in stress idrico gli uliveti danneggiando prima la fioritura e poi le gemme, soprattutto in quelle zone dove non si è potuto intervenire con le irrigazioni di soccorso per dissetare e rinfrescare le piante. In questo scenario pesante – sottolinea la Coldiretti – si inserisce la produzione di grano duro in Italia stimata in 3,8 milioni di tonnellate in calo del 5% nonostante l’aumento delle superfici coltivate che sono passate a 1,24 milioni di ettari nel 2022 contro 1,23 milioni del 2021 per una strategica filiera nazionale della pasta che coinvolge 200mila aziende agricole italiane.
E se resiste sui livelli dello scorso anno la produzione di vino con un recupero dei grappoli nel corso della vendemmia, pesante la situazione nelle risaie dove si registra un crollo del 30%, a causa della siccità e del maltempo, del raccolto di riso con l’Italia che resta comunque il principale produttore dell’Unione Europea, secondo la Coldiretti.
”I cambiamenti climatici vanno affrontati con interventi strutturali poiché l’Italia ha bisogno di nuovi invasi per raccogliere l’acqua a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che, in presenza di acqua, potrebbe moltiplicare la capacità produttiva in un momento in cui a causa degli effetti della guerra in Ucraina abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.
“Con l’Anbi, l’Associazione nazionale delle bonifiche, abbiamo elaborato un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell’acqua dalla pioggia. I laghetti – conclude Prandini – sarebbero realizzati senza cemento, con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l’acqua piovana e utilizzarla in caso di necessità”.