Il 2022 è stato orribile per le società a mega capitalizzazione (almeno 200 miliardi), mentre note positive sono riscontrabili tra le società a media (2-10 miliardi) e larga capitalizzazione (più di 10 miliardi)
Dopo i forti rialzi vissuti con le prime fasi della pandemia di coronavirus, il 2022 è stato un anno difficile per i titoli tech, evidenziato dal -33% del Nasdaq Composite, l’indice di riferimento. In particolare, è stato orribile per le società a mega capitalizzazione (almeno 200 miliardi), mentre note positive sono riscontrabili tra le società a media (2-10 miliardi) e larga capitalizzazione (più di 10 miliardi). Lo racconta Radiocor.
Tra le “mid-cap”, Super Micro Computer, fornitore di server, ha registrato un rialzo dell’86% (dati Koyfin), nonostante abbia perso uno dei suoi principali clienti, Apple, e la notizia che hacker cinesi hanno sfruttato i suoi prodotti; le vendite, però, sono cresciute di oltre il 70% nel terzo trimestre a 1.850 miliardi di dollari, con un free cash flow di 300 milioni di dollari.
Molto positivo l’anno anche per Vipshop (app di e-commerce cinese, +63,7%), PowerSchool Holdings (software didattico, +39,5%), Sanmina Corp (produttore di componenti elettronici, +39%) e Rambus (designer di microchip, +23%).
Passando alle società a larga capitalizzazione, è stato l’anno di Pinduoduo: la società cinese di e-commerce ha guadagnato il 41%, nonostante il rallentamento economico della Cina e il tentativo di controllo delle autorità cinesi sulle società quotate all’estero; un accordo tra Washington e Pechino dovrebbe permettere a Pinduoduo di restare quotata negli Stati Uniti.
I ricavi di Pinduoduo sono aumentati del 65% e i profitti operativi sono quintuplicati nel terzo trimestre dell’anno. La sua capitalizzazione è superiore ai 100 miliardi di dollari; la minaccia di un delisting era stata tra i fattori che avevano segnato il suo 2021, quando il titolo scese del 75% dalla sua capitalizzazione massima di circa 200 miliardi.
Tra le altre società, Trip.com (sito di prenotazione di viaggi) è cresciuta del 40,6%, Aspen Technology (asset management software) del 34,6%, Tencent Music (streaming di musica) del 22,2%, Amdocs (software di telecomunicazioni) del 21,3%. Twitter, grazie all’acquisizione da parte di Elon Musk, che poi ha operato il delisting a novembre, ha guadagnato nell’anno il 35%.
Passando, infine, alle società “mega cap”, la migliore è stata Oracle, il cui titolo ha perso il 6,6%, seguita da Broadcom (-16%), Alibaba (-24,7%), Apple (-26,8%) e Microsoft (-28,1%).
L’anno di Oracle è stato l’anno di Safra Catz, la sua amministratrice delegata, secondo il sito The Information, che ne ha esaltato la guida: nei suoi tre anni da Ceo, Catz è stata capace di rendere Oracle una forza del settore cloud.
Restando alle “mega cap”, le peggiori sono state Tesla (-65,5%), Meta Platforms (-64%), Nvidia (-50,1%), Amazon (-49,5%) e Alphabet (-39%). A pesare su Tesla è stata la decisione di Musk di acquistare Twitter, che il ceo ha finanziato con la vendita di azioni della sua società.
Tra le “mid cap”, i titoli peggiori sono stati Affirm (fintech, -90,3%) AppLovin (tecnologia per applicazioni mobili, -89%), Coinbase (piattaforma di criptovalute, -86%), Wayfair (rivenditore di mobili, -82%) e Roku (piattaforma streaming, -82%).
Tra le “large cap”, Snap (società che si basa sull’utilizzo della fotocamera, -81%) è stata la peggiore, poi Unity (sviluppatore di videogiochi, -80%), Sea Limited (conglomerata tech, -76%), Shopify (piattaforma per lo shopping online, -75%) e Roblox (sviluppatore di videogiochi, -73,6%).