
Faib-Confesercenti difende i gestori: “non decidono il prezzo e subiscono il calo delle vendite”
300 euro a famiglia su base annua rispetto a marzo 2022: a tanto ammonta la stangata media della benzina sulle famiglie italiane, stimata da Confesercenti. Ogni pieno costerà in media 15 euro in più rispetto a 10 anni fa.
Complice dei rincari anche il ripristino delle accise, per le quali è scaduto il taglio e che avrà un impatto inflattivo dello 0,4%.
Non basta: «considerato che siamo ancora in piena crisi energetica e che la guerra continua, c’è il rischio concreto di nuove impennate delle quotazioni sui mercati internazionali, con ulteriori aggravi per famiglie e imprese» come spiega il presidente di Faib Confeserventi Enzo Nettis che difende i gestori che “non determinano il prezzo“.
«A loro – spiega infatti Nettis – a prescindere dal prezzo alla pompa, vanno sempre e soltanto 3,5 centesimi lordi al litro. Con gli aumenti ci perdono tutti: i consumatori e le imprese, ma anche benzinai perché più cresce il prezzo meno prodotto si vende».