
Il dato è però ancora in netto aumento rispetto all’anno precedente: +129% su dicembre 2021
I macrodati economici di oggi ci offrono uno spaccato sul mercato del lavoro statunitense che si presenta “forte ma frammentato“, registrando una flessione dei licenziamenti e un numero di occupati molto maggiore rispetto alle aspettative.
Secondo il rapporto Challenger, Gray & Christmas, i principali attori economici degli Stati Uniti nel mese di dicembre 2022 hanno licenziato 43.651 persone, dato in calo del 43% rispetto al mese precedente anche se in aumento del 129% se paragonato allo stesso periodo del 2021. Nonostante il calo rispetto a novembre, questo dato sui licenziamenti rimane il secondo più alto dell’anno appena trascorso, nel quale per ben 8 volte i tagli ai posti di lavoro sono stati superiori rispetto al corrispettivo periodo del 2021.
Cresce anche l’intenzione di “pianificare attivamente una recessione” sulla base delle stime negative per il 2023: nel 2022 infatti i datori di lavoro hanno annunciato l’intenzione di operare 363.824 tagli ai posti di lavoro, +13% rispetto a quanto annunciato nel 2021.
Per quanto riguarda i settori più in crisi, guida i tagli ai posti di lavoro il tech che si conferma l’ambito che ha licenziato più persone nel 2022, in aumento del 649% rispetto al 2021. In tutto il 2022 sono state licenziati 97.171 dipendenti del comparto tecnologico, a fronte dei quasi 13mila del 2021. Aumentano i tagli anche nelle aziende fintech, spinti dalla flessione delle criptovalute, e dell’automotive che ha annunciato il secondo maggior numero di tagli di posti di lavoro (quasi 31mila, +195% rispetto al 2021).
Bene invece il comparto dell’assistenza sanitaria nel quale i licenziamenti sono in calo del 4% rispetto al 2021.