
La manovra del 2023 “spalma” le agevolazioni su un arco di tempo ampio, ecco come
La manovra 2023 studiata dall’esecutivo di Giorgia Meloni cambia lo schema usato per i bonus casa: da una parte l’esigenza di evitare rinvii secchi, unita però all’obiettivo è quello di pesare strada facendo l’efficacia degli strumenti. Ecco il calendario aggiornato e come funzioneranno gli interventi nei prossimi anni
Superbonus addio: la misura va in “pensione” a partire dal primo gennaio (si parla del superbonus 110% generalizzato). La misura viene completamente rivoluzionata e si formano diverse categorie che beneficiano di “sconti” differenti: i condomìni beneficeranno di una detrazione che scende al 90%, salvo che l’assemblea non abbia deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas non sia stata presentata entro il 31 dicembre, o abbia deliberato dal 19 al 24 novembre ma presentando la Cilas entro il 25 novembre. Non è l’ultimo taglio previsto: dal 2024 si passerà al 70% per poi scendere ancora al 65% nel 2025.
Per le case unifamiliari nelle quali al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo, varrà ancora il 110% fino al 31 marzo 2023. Le villette prima casa il cui proprietario o titolare di un diritto reale sull’immobile presenta un reddito non superiore a 15mila euro in base al nuovo “quoziente familiare”, saranno coperte dal bonus al 90% fino al 31 dicembre 2023, a prescindere dallo stato di avanzamento dei lavori (ma a patto che questi siano stati avviati a partire da gennaio). Anche sui mobili si taglia alle cifre del bonus: il tetto di spesa della detrazione era di 10mila euro e si era previsto di tagliarlo fino a cinquemila nel 2023, per poi però “frenare” a quota 8mila euro per non depotenziare in modo eccessivo uno sconto fiscale parecchio apprezzato in fase di ristrutturazione degli immobili.
Sono state anche inserite alcune misure che rischiavano di essere tagliate e avevano suscitato non poche polemiche in merito. Prima tra tutte, quella del bonus “barriera architettonica”: si tratta del bonus al 75% utilizzabile per ascensori, montacarichi e piattaforme elevatrici ma anche per tutti quei lavori classificati dalle norme tecniche come rimozione di barriere architettoniche e per lavori per adeguare bagni, cucine e impianti. Restano anche le misure e le agevolazioni per la casa green ( in vigore fino al 31 dicembre 2023 consente di recuperare in 10 rate il 50% dell’Iva versata per l’acquisto di prime abitazioni di classe energetica A e B acquistate dal costruttore) e quelle del sismabonus (l’agevolazione al 110% per chi compra da impresa un immobile realizzato dopo demolizione e ricostruzione) che però viene “scontato”: fino a fine 2024 si può usufruire di una detrazione, ridotta però al 75 o all’85%.