
La decelerazione delle spinte inflazionistiche innescata dalla Bce e dal calo prezzi energetici ha caratterizzato lo scenario di fine anno
A novembre si stima che l’indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dello 0,3% su mese; su base tendenziale l’indice grezzo cala del 3,7%, così come quello corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a novembre 2021).
Lo comunica Istat. In 11 mesi la produzione industriale, in base all’indice grezzo, è salita dello 0,2% su anno.
A novembre, l’indice destagionalizzato mensile cresce su base congiunturale solo per i beni strumentali (+0,1%), mentre cala per l’energia (-4,5%), i beni di consumo (-0,4%) e i beni intermedi (-0,3%). Su base tendenziale crescono solo i beni strumentali (+1,8%); diminuiscono, invece, i beni di consumo (-2,6%), i beni intermedi (-5,2%) e in misura molto marcata l’energia (-16,2%).
Tra i settori di attività economica che registrano variazioni tendenziali positive si segnalano la fabbricazione di mezzi di trasporto e la fabbricazione di computer e prodotti di elettronica (+7,3% per entrambi i settori), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+6,4%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (+2,4%).
Le flessioni più ampie si registrano nella fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-17,1%), nell’industria del legno, della carta e della stampa (-10,8%) e nella fabbricazione di prodotti chimici (-8,6%).
La decelerazione delle spinte inflazionistiche innescata dall’orientamento restrittivo della politica monetaria e dalla moderazione dei prezzi dei prodotti energetici ha caratterizzato lo scenario internazionale di fine anno.
Infine, la fiducia di consumatori e imprese, a dicembre, è aumentata per il secondo mese consecutivo. Le famiglie hanno evidenziato attese positive sulla situazione economica del paese, inclusa la disoccupazione, mentre tra le imprese i giudizi e le aspettative sono migliorati nelle costruzioni e nei servizi di mercato.
L’incertezza legata alle prospettive di crescita in rallentamento per il prossimo anno, rendono cauti consumatori e imprese che producono beni di consumo e che si aspettano una riduzione dei prezzi.