Ecco le novità del decreto e le tempistiche di adattamento
Entra in vigore oggi, domenica 15 gennaio, il decreto varato dal Governo Meloni per far fronte all’impennata di prezzi alla pompa di benzina e contro le possibili speculazioni nel settore. Vediamo le ultime modifiche apportate al provvedimento.
La novità principale introdotta dal decreto riguarda l’esposizione dei prezzi: il costo medio del carburante, calcolato su base regionale e pubblicato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, dovrà essere esposto entro 30 giorni dai gestori dei distributori. Per chi violasse questo obbligo potrebbero scattare multe da 500 a 6mila euro e, alla terza inottemperanza (non più alla seconda come inizialmente previsto) la Prefettura potrebbe chiedere la chiusura dell’impianto di distribuzione per un periodo che va dai 7 ai 90 giorni.
Sarà lo stesso Mimit a precisare, entro 15 giorni, “frequenza, modalità e tempistica delle comunicazioni”. I gestori a quel punto avranno altri 15 giorni per adeguarsi alla norma installando “la cartellonistica di pubblicizzazione dei prezzi presso ogni punto vendita“. Sarà la Guardia di Finanza a vigilare sul rispetto delle disposizioni.
Il decreto prevede che il 50% del denaro raccolto attraverso le sanzioni amministrative degli inadempienti sarà assegnato al Mimit per essere destinato “all’implementazione dell’infrastruttura informatica e telematica per la rilevazione dei prezzi dei carburanti” e “a iniziative in favore dei consumatori volte a favorire la trasparenza dei prezzi” oltre che a “a diffondere il consumo consapevole e informato“.
Oltre a Guardia di Finanza e Prefettura, il decreto istituisce anche una Commissione di allerta rapida di sorveglianza, organo cui partecipano stabilmente Istat, Ismea, Unioncamere, le Cciaa, la Gdf e gli altri ministeri competenti allo scopo di “monitorare la dinamica dei prezzi dei beni di largo consumo derivanti dall’andamento dei costi dei prodotti energetici e delle materie prime sui mercati internazionali“. Questa commissione potrà essere convocata anche da Mr Prezzi.
Il decreto contiene anche la proroga dei buoni benzina ceduti dai datori di lavoro privati ai propri dipendenti. La misura è stata estesa e detassata per tutto il 2023, così che fino all’importo di 200 euro i voucher per l’acquisto di carburanti non concorrano alla formazione del reddito dei lavoratori. Questa misura è stata finanziata per 13,3 milioni di euro nel 2023 e 1,2 milioni di euro nel 2024.
Un’altra novità del decreto riguarda il bonus trasporti, implementato con un ulteriore bonus di 60 euro per abbonamenti di bus e treni destinato ai contribuenti con un reddito inferiore ai 20mila euro. Questo incentivo è valido per tutto il 2023, fino al raggiungimento del tetto massimo di spesa di 100 milioni di euro. È possibile sfruttare il bonus “per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale“.
Per quanto riguarda le autostrade, cade quanto inizialmente previsto riguardo il tetto ai prezzi sui carburanti. La norma paventata in un primo momento ha infatti suscitato dubbi di costituzionalità ma anche di incompatibilità con la normativa sulla tutela della concorrenza.