
Meloni: “non c’è bisogno di mettersi d’accordo con la mafia per batterla”
Tantissimi i commenti della politica italiana e internazionale alla cattura del boss Matteo Messina Denaro, arrestato nella mattina di lunedì 1 gennaio a Palermo dopo 30 anni di latitanza.
Sapere che stasera uno dei mafiosi più pericolosi del mondo la passa in carcere, mi fa andare a letto più tranquillo – ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini in apertura della campagna elettorale del candidato alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca – Grazie alle donne e gli uomini che hanno sacrificato la vita per servire lo Stato. Per assicurare alla giustizia non un uomo. Non mi viene da dire un uomo. Da padre dico: chi è riconosciuto colpevole di avere sequestrato, ucciso e sciolto nell’acido un bambino merita di marcire in galera senza più vedere la luce del sole. Sono e rimango contro la pena di morte, ma pensando alla brutalità di certe persone ti vengono altri pensieri, ma alle barbarie non si risponde con altre barbarie».
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato che con l’arresto di Messina Denaro “lo Stato ha messo a segno un colpo di grande rilevanza contro la mafia e ha dato un segnale di fermezza alla criminalità organizzata. È una giornata storica. Nessuno deve sperare di farla franca quando sceglie la strada della mafia perché il momento di pagare il conto prima o poi arriva. Lo Stato c’è e ci sarà sempre”.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito fondamentali le intercettazioni nella lotta alla mafia. «Per me le intercettazioni, per come sono utilizzate nei procedimenti di mafia, sono fondamentali – ha dichiarato Meloni nell’intervista che andrà in onda a Quarto Grado su Rete4 – Sono uno strumento di indagine del quale non si può fare a meno, e nessuno ha mai messo in discussione nulla per questo genere di reati. Quello su cui cerca di centrare l’attenzione il ministro della Giustizia quando parla del tema è soprattutto il tema del rapporto tra le intercettazioni e quel che diventa di pubblico dominio, anche nella fase in cui le intercettazioni non dovrebbero essere pubbliche. Sono d’accordo con il procuratore di Palermo sul fatto che le intercettazioni per la lotta alla mafia sono uno strumento fondamentale».
«L’Italia ha dimostrato che non c’è bisogno di mettersi d’accordo con la mafia per batterla – ha aggiunto la premier – Qualcuno vuole dire che non abbiamo magistrati, inquirenti, forze dell’ordine all’altezza di sconfiggere la mafia? È una tesi che non sosterrò mai. Ci sono quelli che stanno facendo complottismo, magari per attaccare il governo, perché l’obiettivo è sempre il tema della politica. Ma ci sono delle materie in cui la politica dovrebbe passare in secondo piano. Oggi una cosa è andata bene e qualcuno lo deve dire».
Commenti anche dagli Stati Uniti, che si “congratulano con le autorità italiane” . Un portavoce del dipartimento di Stato Usa ha riferito a LaPresse che l’arresto “rappresenta una significativa vittoria contro la mafia e una coraggiosa dimostrazione degli sforzi dell’Italia per combattere la corruzione e la criminalità organizzata transnazionale”.