
Coinvolte Eni, Esso, Ip, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil. Le irregolarità riguardano l’applicazione di un prezzo diverso da quello pubblicizzato
I gestori delle pompe di carburanti di Fegica e Figisc Confcommercio hanno confermato lo sciopero del 25 e 26 gennaio che era stato congelato dopo il primo colloquio avuto col Governo: non è piaciuto, infatti, il decreto sulla trasparenza dei prezzi pubblicato sabato dal Governo. A fare scalpore soprattutto la parte relativa alle sanzioni che rischiano i benzinai.
Il presidente di Fegica Roberto Di Vincenzo ha dichiarato: «sul caro carburanti continua lo scaricabarile del Governo».
Istruttoria dell’Antitrust
L’Antitrust avvia, sui prezzi dei carburanti, istruttorie con ispezioni nei confronti di Eni, Esso, Ip, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil.
Le irregolarità riscontrate, si legge nella nota, riguardano l’applicazione alla pompa di un prezzo diverso da quello pubblicizzato, nonché l’omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti.
Oggi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha svolto ispezioni nelle sedi delle società.
I procedimenti sono stati avviati anche sulla base della documentazione tempestivamente fornita dalla Guardia di Finanza in merito alle infrazioni accertate sui prezzi dei carburanti praticati da oltre mille pompe di benzina (marchio Eni 376, marchio Esso 40, marchio Ip 383, marchio Kuwait 175, marchio Tamoil 48) distribuite su tutto il territorio nazionale.
In particolare, spiega la nota, l’Antitrust ha avviato le istruttorie in quanto la documentazione e i dati trasmessi dalla Guardia di finanza farebbero emergere da parte delle compagnie petrolifere condotte riconducibili alla omessa diligenza sui controlli rispetto alla rete dei distributori, in violazione dell’articolo 20 del Codice del Consumo.
In numerosi casi è risultata difformità tra il prezzo pubblicizzato e quello più alto in realtà applicato; in altri è stata riscontrata l’omessa esposizione del prezzo praticato, ovvero l’omessa comunicazione al portale “Osservaprezzi Carburanti”, utile al consumatore per trovare la pompa con il prezzo più basso.
Eni, Esso, IP, Kuwait Petroleum Italia e Tamoil non avrebbero, inoltre, adottato misure o iniziative idonee a prevenire e a contrastare queste condotte illecite a danno dei consumatori.