La battaglia dei tifosi bianconeri, a suon di post e comunicati, potrebbe costare cara ai broadcaster. La Juventus genera infatti metà degli abbonamenti
Non si ferma la protesta dei tifosi della Juventus a pochi giorni dalla sentenza della Corte d’Appello federale che ha sanzionato con 15 punti di penalizzazione il club bianconero per il caso plusvalenze.
Il dissenso viaggia soprattutto sui social, dove i bianconeri portano avanti la loro battaglia combattuta a colpi di disdette verso le pay tv: tra hashtag e comunicati hanno creato un vero e proprio tam tam e si sono uniti in difesa del club e contro la sentenza.
Alla protesta hanno aderito anche i fan club ufficiali della Juventus hanno preso una posizione netta: in questi giorni sui social si sono moltiplicati tanti comunicati ufficiali dei vari club di Italia che invitano i propri soci a disdire gli abbonamenti alle pay tv e ad allontanarsi da tutto ciò che circonda il calcio, tranne la Juventus ovviamente.
Piemonte, Puglia, Calabria, Marche, Molise, Sicilia, Abruzzo, Campania, Umbria, Basilicata e Lombardia, al momento sono queste le regioni che hanno aderito alla protesta, ma con ogni probabilità si uniranno anche quelli mancanti.
Una battaglia che potrebbe avere esiti disastrosi per le casse dei broadcaster. La Juventus genera quasi la metà degli introiti degli abbonamenti televisivi al calcio italiano (l’Inter, seconda, ne ha un terzo). Basta quindi ipotizzare la disdetta da parte di 500mila tifosi bianconeri per prevedere una perdita non indifferente di circa 154 milioni.