
Tre volte tanto quello di un semplice impiegato, che in busta paga vedrà arrivare una ventina di euro in aggiunta
Stanno arrivando le prime aggiunte una tantum agli stipendi di chi lavora nella pubblica amministrazione, promosse dal governo con la Legge di Bilancio 2023 (e che varrà solo per l’anno solare in corso). E a saltare all’occhio è il divario tra dirigenti e semplici impiegati. Se un dirigente infatti potrà trovare in più nella busta paga fino a 66,8 euro, il resto della platea interessata si dovrà accontentare di cifre più ridotte, dai 24 ai 40 euro.
Le cifre si deducono grazie alle tabelle pubblicate dalla Ragioneria generale dello Stato ,dove si vedono gli aumenti per tutte le categorie in tutte le articolazioni della pubblica amministrazione centrale; un modus operandi simile sarà poi replicato in regioni, province, comuni, Asl, ospedali e università. Osservando le tabelle, si nota appunto una certa disparità, dovuta in realtà a una variabile molto semplice: l’una tantum prevista è in proporzione alla busta paga, e vale l’1,5% dello stipendio riconosciuto a ogni dipendente pubblico per 13 mensilità. Ecco perché arrivano più soldi a chi ha già gli stipendi più alti.