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Economia

Assegno unico 2023, un buco normativo punisce i genitori soli

Caterina Maggi
29 Gennaio 2023
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Lo schiaffo del Governo alle famiglie monogenitoriali: dovranno restituire fino a 210 euro Nella riforma del marzo 2022 all’assegno unico familiare, che ha unito in un’unica agevolazione una serie di interventi […]

Lo schiaffo del Governo alle famiglie monogenitoriali: dovranno restituire fino a 210 euro

Nella riforma del marzo 2022 all’assegno unico familiare, che ha unito in un’unica agevolazione una serie di interventi a sostegno delle famiglie con figli, il governo ha scordato di includere le famiglie composte da un solo genitore. Un cavillo che ora rischia di coinvolgere migliaia di famiglie a restituire parte del contributo, se non tutto. Se i beneficiari dell’assegno unico appartenenti a questa categoria si erano già visti togliere 30 euro dalla misura a partire da novembre 2022, ora potrebbero essere chiamati a dover restituire un importo che può arrivare fino a 210 euro per figlio. Il motivo?

Redigendo la nuova norma il governo ha voluto riconoscere un sostegno aggiuntivo a quelle famiglie che molto probabilmente, visto che entrambi i genitori sono impegnati in un’attività lavorativa, devono ricorrere ai servizi di baby sitter, o comunque ad altre forme di assistenza, nelle ore in cui non possono occuparsi dei figli. Problema: l’Inps, applicando alla lettera quanto stabilito dal decreto, ha deciso di riconoscere la maggiorazione in oggetto solamente ai nuclei in cui sono presenti entrambi i genitori. Infatti all’articolo 4, comma 8, del decreto legislativo n. 230/2021, si legge che il contributo è riconosciuto nel caso in cui “entrambi i genitori siano titolari di reddito da lavoro”. Il problema è che, nel vuoto normativo, molte famiglie monogenitoriali hanno richiesto il contributo. Anche perché nella documentazione da presentare all’istituto di previdenza non era specificato diversamente. La mancanza di specifiche, contenuta nelle norme del Governo Draghi, non è stata poi colmata dal Governo Meloni.

Inps si trova ora costretta a sanare la situazione delle 7 mensilità con maggiorazione erogate erroneamente, ovvero quelle da marzo a settembre. Ai beneficiari potrebbe così essere richiesta indietro una somma che potrebbe arrivare a 210 euro per figlio (30 euro per 7 mesi). Per capirsi: se si prende ad esempio una madre vedova con due figli minori, l’importo totale sarebbe quindi di 420 euro, oppure un padre solo con tre figli potrebbe dover restituire 630 euro.

  • governo
  • assegno unico
  • famiglie monogenitoriali

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