
Anche con il consenso, non è lecito utilizzare i social network del proprio compagno. Ecco perché
Ce l’hanno insegnato (male) film e serie tv, ma bisogna mettere un punto fermo anche a questa pratica: spiare i social network del proprio lui o la propria lei, entrando con le sue credenziali, è reato. Nello specifico, è violazione della privacy, e talvolta può pure configurarsi come cat fishing e, quindi, con sostituzione di persona. Ecco perché.
In molti non fidandosi della propria metà potrebbero avere la tentazione di sgattaiolare sui suoi profili per spiare le conversazioni che ha con altre persone. Beh, qui è piuttosto semplice notare che si tratta di reato di violazione della privacy, visto che non abbiamo il consenso della persona per fare tutto ciò e stiamo di fatto violando la sua corrispondenza. Quello che è meno palese è che si tratta di un reato anche quando l’utente ci consegna le sue credenziali dandoci il consenso all’accesso. Se questo infatti ci permette di accedere alla visualizzazione della sua corrispondenza, non ci autorizza però a permanere all’interno del profilo. In questo caso cioè serve che il partner ci autorizzi sì a entrare nel suo account, ma anche ad usufruirne.
Al reato di accesso abusivo può aggiungersi in caso contrario quello di sostituzione di persona (in slang si parla di cat fishing) se, dopo essere entrati senza autorizzazione nel profilo del partner, si ruba l’identità di questi intrattenendo conversazioni con altri e fingendosi il titolare dell’account. In tal caso, la pena prevista è la reclusione fino ad un anno.