
Le Borse europee hanno superato senza troppi danni la prova e hanno chiuso non distanti dalla parità, sotto i massimi di giornata
Dopo l’altalena iniziata in scia ai dati sull’inflazione americana, rallentata ma meno delle aspettative, le Borse europee hanno superato senza troppi danni la prova e hanno chiuso non distanti dalla parità, sotto i massimi di giornata (Milano +0,22%, dopo avere toccato +0,8%, Parigi +0,07%, Francoforte -0,11%, Londra +0,08%, Madrid +0,7% e Amsterdam +0,04% ).
Gli investitori sono apparsi indecisi sull’interpretazione da dare a numeri che si prestano a varie letture: l’inflazione ha rallentato il passo (+0,5% su base mensile e +6,4% anno su anno, il livello più basso da ottobre 2021), ma le aspettative erano per valori ancora più bassi (+0,4% rispetto a dicembre e +6,2% su base annuale).
Anche il dato “core”, quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto del 5,6%, dopo il +5,7% di dicembre, ma contro attese per un +5,5%.
Resta quindi l’incertezza sulle prossime mosse della Federal Reserve: secondo gli analisti un significativo rallentamento dell’inflazione avrebbe potuto convincere la Banca centrale americana a sposare una politica meno aggressiva, ma con questi numeri gli scenari restano tutti aperti.
Sul mercato valutario, euro ancora in rafforzamento a 1,0726 dollari (1,0762 in avvio, da 1,0714 ieri in chiusura). La moneta unica vale anche 142,526 yen (142,26 in apertura, da 142,27), mentre la divisa nipponica è scambiata a 132,86 per un dollaro (132,18 in avvio, da 132,76). I prezzi del gas naturale scambiati ad Amsterdam risalgono e nei minuti finali segnano +1,53% a 52,5 euro per megawattora, dopo essere scesi fino a 51,5 euro, ai minimi in 17 mesi. Infine spread in calo a 178 punti, contro i 180 della chiusura precedente.
Per quanto riguarda i titoli, a Piazza Affari bene i petroliferi (Tenaris +2,11%, Saipem +1,8%, rimbalzando dopo il -5,7% della vigilia), anche se il petrolio viaggia in ribasso (-1,87% a 78,64 dollari al barile il Wti marzo, -1,7% a 85,14 dollari il Brent aprile).
Il greggio, già in calo dopo il taglio delle riserve americane, non ha invertito la rotta dopo le nuove stime dell’Opec, che ha alzato le previsioni sulla domanda 2023, dopo che questa si è portata a fine 2022 a livelli pre-pandemia. Bene anche Pirelli (+1,14%), dopo le indicazioni incoraggianti arrivate dai conti 2022 della concorrente francese Michelin. In coda Iveco Group (-2,37%), colpita da prese di beneficio dopo il rally delle due sedute precedenti in scia ai conti e all’outlook 2023 superiori alle previsioni.