Sotto tiro il requisito della residenza di 10 anni per beneficiare del reddito di cittadinanza
L’Italia finisce nel mirino dell’Ue. Motivo della discordia è il reddito di cittadinanza che, a quanto pare, non crea discussioni accese solo entro i confini nazionali ma anche fuori. La Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese perché ritiene che il reddito di cittadinanza non sia in linea con le norme che tutelano la libera circolazione dei lavoratori, i diritti dei cittadini e la protezione internazionale.
In particolare secondo l’esecutivo Ue il requisito dei 10 anni di residenza consecutiva penalizzerebbe i cittadini stranieri e i beneficiari di protezione internazionale. Senza questo non si può accedere all’incentivo statale e a detta dell’Ue “è più probabile che i cittadini non italiani non soddisfino questo criterio“. «Le prestazioni di assistenza sociale come il reddito di cittadinanza – spiega la Commissione in una nota – dovrebbero essere pienamente accessibili ai cittadini dell’Ue che sono lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza. Inoltre dovrebbero poter beneficiare del beneficio i cittadini comunitari che non lavorano per altri motivi, con la sola condizione che risiedano legalmente in Italia da più di tre mesi. Il requisito della residenza poi potrebbe impedire agli italiani di trasferirsi per lavoro fuori dal paese, in quanto non avrebbero diritto al reddito minimo al rientro in Italia».
Ora la Commissione europea dà tempo all’Italia due mesi per rispondere alle preoccupazioni sollevate. In caso contrario la Commissione stessa può decidere di inviare un parere motivato.