
Oltre 1900 espositori di cui 550 giovani talenti con meno di 35 anni per 170 mila metri quadri di esposizione. Mancheranno i russi ma tornano i buyers cinesi
Sta per rialzare il sipario il Salone del Mobile di Milano che riapre i battenti con la 61/a edizione in programma dal 18 al 23 aprile. Sarà un’edizione ricca, con 1.962 espositori, di cui oltre 550 giovani talenti under 35 e 27 scuole di design ed un pubblico sempre più internazionale. Perché se è vero che mancheranno i buyer e gli espositori russi, la loro assenza sarà bilanciata dalla presenza crescente di nuovi operatori, come Emirati arabi ma anche India e dal ritorno della Cina.
Ed è tutto nuovo con un piano espositivo unico contro i due degli anni precedenti, allestimenti ridotti, spazi culturali. «La pandemia ha cambiato in modo radicale il nostro modo di vivere i grandi eventi e questo cambiamento non poteva rimanere inascoltato – spiega la presidente Maria Porro. – Siamo un grandissimo evento, siamo in presenza e questa è la sua forza, è globale. Abbiamo pensato che fosse il momento di rilanciare sulla proposta espositiva ponendoci in attacco, dando più valore al centro del salone, cioè essere un momento di importante trade, una piattaforma che accelera il business. E poiché visitare la fiera con i suoi oltre 170.300 mq di superficie è impegnativo, ci siamo resi conto che il visitatore aveva bisogno di aree di riposo, di un posto dove ricaricare il telefono e un posto per fare un meeting con qualcuno incontrato al Salone».
Per il sindaco di Milano Beppe Sala, i Saloni sono come “le Olimpiadi del design“. «È un appuntamento che richiede un grande lavoro ma se rispetti un po’ le regole alla ‘milanese’, poi tutto funziona. Milano è pronta ad accogliere designer, progettisti, architetti e produttori, così come i visitatori e turisti amanti del design e delle innovative declinazioni che il Salone, dentro e fuori gli spazi della Fiera, saprà proporre loro».