
Tanti i motivi che hanno fatto registrare un cambio di rotta (dalla carenza al surplus) del settore dei microchip
Negli ultimi mesi il settore dei microchip è stato oggetto di un andamento anomalo. Nel periodo immediatamente dopo la pandemia, infatti, il blocco a singhiozzo dei vari comparti produttivi aveva portato alla carenza di microchip, carenza favorita anche dalla chiusura delle miniere per l’estrazione delle famose terre rare che dei microchip sono un componente essenziale.
A questo si aggiungano anche i colli di bottiglia che si erano creati nel settore trasporti nel momento in cui sono state autorizzate in massa le riaperture. Insomma un vero e proprio caos che ha portato alla carenza dei tanto agognati microchip. Attualmente, però, sembra verificarsi la situazione opposta ovvero un paradossale surplus.
Il motivo? Molto semplice. Dopo la pandemia, ma in realtà anche prima, si era compresa l’importanza di questo elemento essenziale per l’economia in generale ma anche per il settore militare e delle telecomunicazioni. Il che ha portato molte nazioni a creare progetti per la produzione interna in modo da evitare la dipendenza da potenze estere.
Nello stesso frangente si è creato anche un mercato il cui valore continuava a salire. Alcune proiezioni parlano di un settore che nel 2030 potrebbe arrivare anche a 1000 miliardi di dollari.
Parallelamente, però, si è creato un paradosso. In un mondo, quello dei microchip, che ha registrato un aumento continuato nella produzione, alcuni settori devono lamentare ancora carenze. Infatti, come detto, i microchip sono un mondo estremamente variegato che riguarda tutti i comparti della produzione ognuno dei quali richiede semiconduttori specifici e specifiche tecnologie. Un recente studio pubblicato dall’Europarlamento evidenzia che in un telefonino sono presenti circa 160 circuiti diversi, mentre per le auto elettriche ibride si può arrivare fino a 3.500.
Ci sono infatti quelli destinati alle apparecchiature mediche, a quelle delle telecomunicazioni, al comparto delle infrastrutture e a quello automobilistico. Ed è proprio verso quest’ultimo che gli addetti ai lavori continuano a dover registrare carenze, soprattutto in virtù di una continua trasformazione del settore che sta potenziando il ramo elettrico con maggior richiesta di microchip, appunto. Invece il surplus si ha nei chip di memoria Nam e Dram.
In questo caso la spiegazione sta nel fatto che le vendite di tablet, pc e smartphone hanno registrato un progressivo calo dettato a sua volta da una diminuzione delle spedizioni e della domanda in generale.