
Il presidente dell’Anad Giuliani: “Impensabile lavorare con contratti obsoleti, che non tengono conto dei cambiamenti epocali avvenuti negli anni”
Parte da oggi una settimana di sciopero dei doppiatori italiani che protestano per il rinnovo del contratto nazionale. L’azione di protesta, promossa dalle organizzazioni di settore di Cgil, Cisl e Uil rientra tra le iniziative preannunciate lo 17 febbraio quando il sindacato ha denunciato lo stato di crisi nella tenuta delle relazioni sindacali nel settore audiovisivo con la necessità di un “forte sostegno” alle trattative per il rinnovo del contratto “dopo mesi di trattative inconcludenti e visti gli atteggiamenti dilatori della controparte”.
Lo sciopero è quindi stato indetto “contro le mancate risposte per il rinnovo” del contratto “fermo alle retribuzioni di 15 anni fa” ma anche contro le “cessioni di diritti vessatorie e pericolose, contro ritmi di produzione che non rispettano la qualità del lavoro e della vita”. Lo sciopero dei professionisti del doppiaggio interessa i direttori, attori, assistenti e dialoghisti-adattatori dal 2° turno del giorno 21 a tutto il 28 febbraio 2023.
Allo sciopero indetto dalle confederazioni e votato dalla delegazione dei lavoratori all’assemblea generale, aderisce “pienamente” anche l‘Anad, l’ Associazione Nazionale Attrici e Attori doppiatori. “Al giorno d’oggi è impensabile continuare a lavorare in condizioni contrattuali obsolete, con normative che non tengono conto di quanto e come il mercato dell’intrattenimento dell’audiovisivo è cambiato negli ultimi 10 anni, e senza tutela per quanto riguarda la cessione dei diritti che mette quotidianamente a repentaglio l’intero settore, alimentando i rischi di un uso improprio dell’Intelligenza Artificiale” dice per l’Anad, il presidente Daniele Giuliani.