
L’ordine è rigidamente cronologico. La settimana proseguirà con Eurostat, che pubblicherà i dati sull’inflazione
A 1,0684 dollari in serata, l’euro si mantiene sui minimi da un mese e mezzo mentre a metà strada tra i rispettivi direttori sulla politica monetaria, sia la Federal Reserve americana sia la Bce continuano a inviare segnali tendenzialmente restrittivi sui tassi di interesse, che sembrano voler contrastare le ipotesi di mercato sul fatto che il rallentamento dell’inflazione potrebbe far moderare anche le manovre di rialzo sui tassi di interesse.
A fare il punto sulla situazione sarà la presidente della Bce, Christine Lagarde dopo che la scorsa settimana dal direttorio ristretto dell’istituzione di Francoforte sono giunti segnali con sfumature stonate sul futuro della politica monetaria.
Il bollettino economico della Bce e la stessa presidente hanno ribadito la volontà di effettuare un nuovo aumento dei tassi da 50 punti base al Consiglio direttivo del 16 marzo, e poi di valutare i successivi rialzi in base i dati, ma in ogni caso contando di portare i tassi a un livello “sufficientemente restrittivo”, da mantenere “sufficientemente a lungo” da far calare l’inflazione ai valori obiettivo (2%).
Tuttavia Fabio Panetta, che siede nel Comitato esecutivo della Bce, è successivamente intervenuto con nuovi richiami alla prudenza e a una maggiore gradualità sui rialzi dei tassi.
Il giorno successivo, poi, quasi a voler tirare nuovamente nella direzione opposta, la sua “collega” nel Comitato esecutivo, la tedesca Isabel Schnabel ha rilasciato un’intervista in cui ha riaffermato in maniera particolarmente intransigente la necessità di operare il rialzo da 50 punti base a marzo: ha detto che sarà necessario “in qualunque scenario plausibile”.
Lagarde tornerà a parlare con un dibattito in serata sulla ad una Tv finlandese. In mattinata verranno pubblicate le nuove indagini sull’attività delle imprese nell’area euro (indici Pmi) che riportano solitamente anche valutazioni sulla dinamica delle pressioni inflazionistiche, che in questa fase la Bce sta cercando di contrastare con la sua stretta monetaria, come del resto la Federal Reserve negli Usa.
Il giorno successivo l’attenzione dei mercati tornerà a spostarsi proprio sulla Fed. Alle 20 italiane verranno pubblicati i verbali dell’ultimo direttorio (le minute del Fomc). Si cercheranno di cogliere segnali sugli orientamenti dei banchieri centrali Usa, che negli ultimi giorni sembrano aver rilanciato la retorica rialzista sui tassi, anche alla luce di dinamiche inflazionistiche che hanno sì mostrato rallentamenti, ma meno marcati del previsto.
Dato che il direttorio è stato effettuato prima che i nuovi dati su mercato del lavoro e caro vita rafforzassero le aspettative per una linea più risoluta della Fed, i toni delle “minute”, avvertono gli analisti di Ing, potrebbero stonare nel senso della moderazione con le ultime dichiarazioni giunte da esponenti della Fed.
Giovedì infine, Eurostat pubblicherà i dati definitivi dell’inflazione media nell’eurozona a gennaio, che potrebbero marcare una leggera revisione al rialzo data la tardiva inclusione della lettura sulla Germania. Successivamente la Bce pubblicherà il resoconto del bilancio complessivo dell’Eurosistema delle banche centrali per l’intero 2022.