
Non solo modifiche al decreto ma anche tempi rapidi per sbloccare i crediti incagliati
Non solo Superbonus al tavolo convocato per oggi dal Ministero dell’Economia erano state avanzate anche alcune proposte per riuscire a gestire al meglio il periodo di transizione tra l’applicazione delle precedenti regole e quelle riguardanti la nuova normativa. E ancora: l’intenzione era quella di riuscire a regolamentare altre possibili problematiche su Sismabonus ed edilizia popolare.
La nota resa pubblica dal MEF recita, infatti, che la riunione ” stata occasione per proseguire in un clima propositivo il confronto tra governo e associazioni di categoria sulle possibili soluzioni, già emerse nell’incontro avvenuto nei giorni scorsi a Palazzo Chigi, per sbloccare i crediti fiscali rimasti incagliati”. Nutrito il numero dei partecipanti. Erano infatti presenti anche rappresentanti di Mase, Mimit, Mit, Agenzia delle entrate, Cdp, Sace e le associazioni Abi, Ance, Confedilizia, Confindustria, Confapi, Alleanza Cooperative italiane, Confartigianato, Cna, Confimi, Rete professioni tecniche, Casartigiani, Confcommercio, Confassociazioni e UPPI.
Le prime indiscrezioni che sono trapelate in tarda serata avevano fatto immediatamente intuire l’urgenza di adottare tempi stretti come dichiarato anche dal presidente dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Federica Brancaccio intenzionata a chiedere non solo modifiche al decreto ma anche tempi rapidi per decidere provvedimenti di sblocco dei crediti incagliati “anche aprendo all’acquisto da parte delle partecipate”.
Da parte sua Confartigianato aveva avanzato l’ipotesi di un acquirente pubblico di ultima istanza, in alternativa all’assorbimento dei crediti da parte delle banche” aggiungendo che “La scelta di aumentare la capacita’ di assorbimento dei crediti da parte delle banche deve essere attentamente valutata alla luce della residua capacità fiscale degli istituti e del fatto che la gestione degli acquisti risulta poco appetibile per i crediti di importo più ridotto, in quanto meno remunerativa”.