
Cina ed India si astengono. Tajani: “una grande vittoria per la libertà”
E’ stato forse l’anno più buio per l’Ucraina ma uno spiraglio di luce comincia ad intravedersi. Per la sesta volta da quando è iniziata la guerra il mondo si schiera dalla parte di Kiev per dire no alle atrocità che stanno mettendo in ginocchio un Paese intero. L’appuntamento è stato ancora una volta al Palazzo di Vetro per isolare Mosca con una risoluzione perentoria passata con 141 sì, 32 astenuti e 7 contrari.
Fino all’ultimo momento c’è stata l’incognita e la paura di un voto contrario dell’India che invece poi ha deciso di astenersi, come aveva sempre fatto; tra le note positive il sì del Brasile di Lula, mentre il Mali si è schierato stavolta con Mosca bocciando il testo assieme a Siria, Bielorussia, Eritrea, Nicaragua e Corea del Nord. Ai no si sarebbe aggiunto anche il Venezuela, che non ha votato perchè non in regola con le quote Onu, così come il Libano, che invece era schierato per il sì.
«Una grande vittoria per la libertà», ha esultato Tajani commentando l’esito del voto. Quattro i punti: la necessità di una pace completa, giusta e duratura in linea con la Carta delle Nazioni Unite; l’impegno per la sovranità, l’indipendenza, l’unità e integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti; la cessazione delle ostilità e il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze militari russe dal territorio ucraino; infine la necessità di garantire la responsabilità per i crimini più gravi commessi sul territorio dell’Ucraina ai sensi del diritto internazionale. La mozione non è vincolante ma ha un alto valore politico e simbolico.
La Cina, come da previsioni, si è astenuta dal voto ma Pechino è stata chiara al Palazzo di Vetro. «l’integrità territoriale deve essere rispettata, come pure i principi della Carta Onu. La priorità fondamentale però è facilitare il cessate il fuoco e la cessazione delle ostilità immediatamente», ha detto il vice ambasciatore cinese Dai Bing, ribadendo che “dialogo e negoziati sono l’unica via per risolvere la crisi“.
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