
Papa Francesco: “gli enti ecclesiastici sono solo amministratori di beni che appartengono alla Chiesa”
Tutti i beni, mobili e immobili, ivi incluse le disponibilità liquide e i titoli, che siano stati o che saranno acquisiti, in qualunque maniera, dalle Istituzioni Curiali e dagli Enti Collegati alla Santa Sede, sono beni pubblici ecclesiastici e come tali di proprietà della Santa Sede nel suo complesso e appartenenti quindi al suo patrimonio unitario, non frazionabile e sovrano. Lo ribadisce Papa Francesco con un motu proprio, provvedimento avente forza di legge. Nessun ente ecclesiastico può reclamare “la sua privata ed esclusiva proprietà o titolarità dei beni della Santa Sede, dovendo sempre agire in nome, per conto e per le finalità di questa nel suo complesso“, si legge nel testo.
Dunque i singoli enti della Santa Sede acquisiscono i beni e li devono utilizzare “non per loro stessi, come il privato proprietario, ma, nel nome e nell’autorità del Romano Pontefice, per il perseguimento delle loro finalità istituzionali, del pari pubbliche, e quindi per il bene comune e a servizio della Chiesa Universale“. Nella pratica risultano essere amministratori di beni che appartengono alla Santa Sede.
«Il diritto nativo della Santa Sede di acquistare beni temporali – sottolinea il Pontefice – è uno degli strumenti che assicurano alla Sede Apostolica di «operare nella storia, nel tempo e nello spazio, per i fini propri e con l’indipendenza che è necessaria per l’adempimento della sua missione».
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