L’Italia è uno dei Paesi più coinvolti con 156 soggetti associati tra imprese, startup, università e centri di ricerca. Spicca, ovviamente, Leonardo
Il Piano di azione di difesa europeo è stato avviato nel 2018, quando la guerra tra Russia e Ucraina era ancora di là da venire. La sostanza è il Fondo europeo per la difesa, il programma di investimento da 8 miliardi di euro per il periodo 2021-2027, concepito per finanziare la ricerca collaborativa nel settore militare e lo sviluppo di tecnologie e attrezzature avanzate, compresa l’intelligenza artificiale, la difesa delle telecomunicazioni e i sistemi per intercettare i missili ipersonici.
Per il 2021 lo stanziamento è di 1,2 miliardi e riguarda 60 proposte selezionate (134 quelle ricevute), tra cui spicca la partecipazione dell’Italia, uno dei Paesi più coinvolti con 156 soggetti associati tra imprese, startup, università e centri di ricerca. Sopra l’Italia c’è solo la Francia, con 178 soggetti associati, e a seguire la Spagna (147), la Germania (113), la Grecia (75), solo per citare gli Stati membri più partecipi. Cinque delle proposte selezionate sono a guida italiana.
A cominciare da “Neumann”, il progetto da realizzare in almeno quattro anni che ha l’obiettivo di sviluppare nuovi sistemi di propulsione aerea per i caccia militari.
L’investimento richiede 56 milioni di euro, 48 dei quali li mette l’Europa. Gli enti italiani coinvolti sono in tutto 37, con a capo il gruppo Avio Aereo che si occupa di componentistica per il settore aeronautico. Oltre al distretto piemontese, collaborano aziende campane, lombarde, fiorentine, nonchè il Consiglio nazionale della ricerca (Cnr), i politecnici di Torino, Milano e Bari con gli atenei di Firenze, Salerno e Padova.
Vale 65 milioni di euro (60 a copertura europea) un altro progetto a guida italiana che deve sviluppare in due anni una corvetta europea innovativa per il pattugliamento dei mari. Ad occuparsene su nove linee di lavoro è un consorzio industriale di 14 partner capeggiato da Naviris, joint venture tra Fincantieri e la francese Naval Group. Tra gli enti coinvolti figurano anche spagnoli, greci, danesi, norvegesi.
Altro progetto affidato all’Italia, e in particolare al coordinamento di Leonardo, è “Arturo”, destinato a sviluppare in tre anni nuove capacità nel settore dei radar, con un finanziamento di 19 milioni di euro interamente coperto dall’Europa.
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A studiare “una nuova famiglia di sensori” da impiegare in operazioni di terra, aria e mare, concorrono 11 Paesi e 25 partner tra cui il Consorzio nazionale inter-universitario per le telecomunicazione, l’ateneo di Pavia, la filiale italiana della tedesca Rheinmetall.
Gli altri due programmi a guida italiana (Fondazione Safe) sono “Mosaic”, per il monitoraggio e l’allerta di minacce chimiche e biologiche (4,4 milioni), e “Naucrates” (On Air Consulting & Solutions) per la progettazione di un microsatellite invisibile ai sistemi di sorveglianza terrestre (5 milioni).
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