A dare una spinta al rialzo dei pagamenti, tra le altre cose, l’assegno unico e la rivalutazione delle pensioni
Il fabbisogno del settore statale nel mese di febbraio 2023 è pari a 14,7 miliardi di euro. Lo ha comunicato il ministero dell’Economia e delle Finanze che sottolinea anche un aumento rispetto allo stesso mese di febbraio del 2022 che, invece, si era chiuso con un risultato di circa 4,3 miliardi.
La rivalutazione delle pensioni, l’aggravio dei rialzi sul settore energetico e quindi le misure attuate dalle varie amministrazioni per il suo contenimento, oltre all’avvio dell’assegno unico hanno portato ad un inevitabile aumento sul fronte dei pagamenti. A questi si aggiunge anche il prestito ponte ad Acciaierie d’Italia (ex Ilva).
La specifica arriva direttamente dalla nota pubblicata oggi in cui si chiarisce che “Dal lato dei pagamenti si registra un aumento dovuto, principalmente, all’erogazione dell’assegno unico e alla rivalutazione delle pensioni, e ai maggiori esborsi delle Amministrazioni Centrali, cui contribuisce il trasferimento alla CSEA per il contenimento dei prezzi nel settore elettrico e del gas previsto dall’ultima legge di bilancio e il trasferimento a INVITALIA per l’erogazione del prestito ponte alle Acciaierie Italia S.p.A. (ex ILVA). L’aumento è stato parzialmente compensato dai minori versamenti al bilancio comunitario poiché il versamento della rata mensile è slittato ai primi di marzo”.
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