La colpa è sempre dell’alta inflazione. Waller: “la lotta sembra più lunga delle attese”
«La Fed potrebbe essere costretta a fare di più, vista l’alta inflazione». Il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic non ha dubbi sul fatto che la Banca centrale americana dovrà rimanere “ferma” nella sua lotta contro la crescita dei prezzi.
Ci sono segnali che hanno confermato “una certa attenuazione dell’inflazione” ma a quanto pare questo non basta. Il banchiere ha sottolineato di essere infatti favorevole a strette monetarie di 25 punti base, aggiungendo che gli effetti della politica monetaria dovrebbero essere visibili nel corso della primavera.
Insomma pare proprio che non ci siano speranze al momento su un allentamento delle misure. La Fed rimarrà falco ancora per un po’.
Dello stesso avviso è anche Christopher Waller, membro del consiglio dei governatori della Federal Reserve degli Stati Uniti, che, ad un evento a Los Angeles, ha detto: «se i dati in uscita prima della prossima riunione della Federal Reserve mostrassero che la creazione di posti di lavoro si sta moderando e l’inflazione si sta abbassando in modo significativo dai numeri di gennaio, riprendendo il suo percorso discendente, allora sosterrei l’aumento dell’intervallo obiettivo per il tasso sui federal funds un altro paio volte, a un tasso terminale previsto compreso tra il 5,1 e il 5,4%. D’altra parte, se questi rapporti continuano a essere troppo caldi, quest’anno l’intervallo obiettivo dovrà essere aumentato ancora di più per garantire che non perdiamo lo slancio che esisteva prima della pubblicazione dei dati di gennaio».
Guardando ai dati pubblicati in questi giorni secondo Waller la lotta per ridurre l’inflazione all’obiettivo del 2% sarà più lenta e più lunga di quanto molti si aspettassero solo un mese o due fa.
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