Nel corso della conferenza stampa conclusiva il ministro Urso ha illustrato i 16 punti di condivisione e cooperazione tra i due Paesi
Italia e Francia cercano un’alleanza nell’industria e della competitività per costruire un argine al neo-protezionismo Usa. È questo il senso della visita a Roma di Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese dove ha incontrato prima il collega, Giancarlo Giorgetti e poi il ministro per le Imprese, Adolfo Urso (nella foto), che spazia dall’auto, alle tlc fino ai chip.
L’incontro è il primo dei Forum fra i due Paesi previsto dal Trattato del Quirinale. A dare consistenza al protocollo c’è il ruolo della Francia che resta il primo investitore estero in Italia. Nel corso della conferenza stampa conclusiva il ministro Urso ha illustrato i 16 punti di condivisione e cooperazione tra i due Paesi. Il principale riguarda l’auto: “L’Italia ha svegliato l’Europa e la decisione del rinvio su stop ad auto a benzina e diesel è un segnale importante – ha spiegato Urso -. Mi auguro una riflessione comune per una competitività sostenibile anche nel settore automotive”. Il riferimento è alla recente decisione dell’Europa, di imporre lo stop ai motori termici entro il 2035. La decisione è tornata sotto esame e si va verso il rinvio.
La transizione energetica, però, resta sul tavolo e, senza contributi statali i è difficile attuarla. Le Maire è stato chiaro. “La Francia vuole questo fondo europeo destinato agli aiuti pubblici e lo vuole con l’Italia e tutti gli altri suoi partner europei”. Il ministro ha proposto all’Italia anche l’entrata nel fondo di investimento “che ora ammonta a 500 milioni di euro e che potrebbe arrivare ad un miliardo con l’apporto di capitale pubblico e privato”.
Poche ore prima dei bilaterali con Giorgetti e Urso, era stato lo stesso Le Maire a dare la cifra dei rapporti con l’Italia attuali. “Dobbiamo andare avanti insieme – ha spiegato – per “trovare una posizione comune s sul modo di costruire un’industria europea sovrana”. Una maniera per rispondere agli Stati Uniti che hanno stanziato 370 miliardi di dollari nel Piano Ira. Un massiccio programma protezionistico perché sussidia le imprese che investono negli Usa nell’ambito degli sviluppi della transizione verde.
“Dobbiamo andare avanti insieme e vogliamo andare avanti insieme”, ha aggiunto Le Maire specificando che sui progetti industriali comuni “dobbiamo consolidare le aziende franco-italiane esistenti che sono modello di successo. Dobbiamo anche essere capaci di aprire nuove aree di cooperazione, penso all’intelligenza artificiale e alle nostre ambizioni spaziali. Ed è evidente che dobbiamo pensare al futuro dei lanciatori spaziali europei. Anche su questo vogliamo lavorare in stretta collaborazione con l’Italia”.
Un salto di qualità non più rinviabile: “La guerra ci ha rivelato la sudditanza dell’Europa verso la Cina e la Russia – ha aggiunto il ministro di Macron -. Questo non deve più accadere, e non deve più accadere nemmeno con la sanità. La pandemia ci ha insegnato che sull’approvvigionamento, siamo ancora indietro. Ora è tempo di invertire la rotta”. Le Maire, ha chiarito che l’Europa deve essere ambiziosa sulla transizione, sull’energia verde, ai microchip. “Questa è la strada che dobbiamo percorrere e questa collaborazione tra Italia e Francia, mai così forte, è il primo miglio”.
E proprio sulla spinta verde, lo stesso Le Maire ha puntualizzato: “La decarbonizzazione è un sfida industriale e tecnologica che Italia e Francia devono affrontare insieme. La lotta alla CO2 che è un imperativo, e la lotta ai cambiamenti climatici. Noi abbiamo scelto la crescita verde”.
Nella riunione al Tesoro con Giorgetti, si è parlato delle regole della nuova governance europea, di riforma del mercato europeo dell’energia, di revisione degli investimenti in Europa fondamentali per lo sviluppo. Giorgetti ha ribadito l’importanza del paragrafo 18 delle conclusioni dell’ultimo consiglio europeo: “L’Europa deve andare avanti insieme e trovare una strategia comune sulle questioni principali, a cominciare dagli aiuti di Stato e revisione della governance”.
Il ministro italiano ha insistito sulla necessità di trovare una classificazione comune per alcune spese che sono investimenti strategici come difesa, aiuti all’Ucraina, transizione verde. Sulla risposta all’Ira. Giorgetti auspica che l’Europa “non si limiti a una revisione delle regole degli aiuti di Stato ma che sia in grado di creare una serie di strumenti comuni che finanzino progetti strategici e supportino la competitività delle industrie europee”.
Le Maire ha insistito sulla necessità evitare una frammentazione del mercato europeo creando divergenze tra gli Stati e Giorgetti sulla necessità di regole per non aumentare la distanza tra i Paesi che hanno una larga capacità fiscale a scapito degli altri.
Entrambi i ministri hanno deciso di approfondire la possibilità di un sistema di garanzie europee e dei singoli Paesi per incoraggiare investitori privati verso progetti strategici di sviluppo. Entrambi hanno concordato sulla necessità di aiutare gli investimenti ma senza produrre nuovo debito.
(foto ANSA)