
La preoccupazione maggiore per i tour operator sono i rincari dei biglietti aerei, che potrebbero ridurre il giro d’affari del settore
La stagione turistica del 2023 promette bene ma il caro voli potrebbe mettere i bastoni tra le ruote. Da un lato perché, se rallentasse la ripresa del traffico aereo, il comparto si ritroverebbe inevitabilmente con un giro d’affari molto più magro.
Dall’altro, perché il continuo rialzo dei costi – accanto a quello dei biglietti aerei – potrebbe spingere i turisti a modificare le proprie abitudini di viaggio. È il bilancio che traggono esperti ed operatori del settore, intervistati dal LaPresse sulle tendenze che disegneranno l’imminente stagione turistica che si aprirà a breve, con l’inizio della bella stagione.
I dati sul traffico aereo in Italia nel 2022 sono molto positivi, e il 2023 lascia ben sperare, ha spiegato Francesco Marsella, managing partner e global strategy head di Arthur D. Little. Il volume di traffico aereo in Italia nel 2022 “ha dato segnali di ripresa”, ritornando a livelli molto vicini a quelli pre-Covid: “è arrivato a 164,6 milioni di passeggeri totali, un -14,8% sul totale 2019, -7,9% considerando solamente i mesi da maggio a settembre”. Per l’anno in corso quindi “si stima un’ulteriore progressiva ripresa del traffico e un sostanziale riallineamento ai volumi di traffico pre-Covid”.
Ma su questi pronostici si allunga l’ombra dei rincari. “Un visibile incremento dei prezzi medi dei voli – ha fatto presente infatti Marsella – potrebbe rallentare la ripresa con indubbie ricadute negative sull’intero comparto del turismo”.
Ricorrendo ad un’analisi storica dell’elasticità della domanda al prezzo e ai dati di spesa e permanenza media dei turisti in Italia redatta Banca D’Italia nel 2019, si può stimare “una possibile contrazione del giro di affari del comparto del turismo italiano pari a 61 milioni di euro per ogni punto percentuale di ‘stabile incremento’ del costo medio dei biglietti aerei”.
Pochi giorni fa, anche gli agenti di viaggio esprimevano i propri timori a LaPresse. “Siamo preoccupati – segnalavano da Fiavet -: le imprese dei viaggi hanno visto i prezzi schizzare, dovendo di conseguenza aumentare i prezzi dei pacchetti di viaggio offerti”, che hanno registrato un aumento medio del 30% in circa due anni. Il generale rincaro dei prezzi (biglietto aereo in primis, ma anche alberghi e ristoranti) porterà una “famiglia media, composta da 4 persone, a scegliere di fare una vacanza più breve, non più una settimana ma un weekend, preferendo piccoli viaggi in macchina spalmati nell’arco dell’anno”, con il rischio di una contrazione del turismo a livello nazionale.
Ma per ora le preoccupazioni restano sulla linea dell’orizzonte: dai tour operator e dalle piattaforme non sembra giungere infatti nessun campanello d’allarme. Anzi. Secondo un’analisi effettuata per LaPresse da Lastminute.com (di cui fa parte anche la nota Volagratis.com), in primavera si assisterà ad boom di partenze tra aprile e maggio: le prenotazioni schizzano infatti al +134% rispetto al 2022, con un aumento della spesa media pari al 33%.
Al primo posto tra le destinazioni più desiderate dagli italiani troneggia la classica Sharm El Sheikh, ma seguono a ruota due capitali europee, come Parigi e Barcellona. Si scelgono in media posti “caldi” come Maiorca e Tenerife, ma piacciono anche la più fredda Praga e la ventosa Lisbona, e poi Amsterdam, Londra e Malta.
E c’è un dettaglio curioso: a Pasqua gli italiani puntano alla vacanza di lusso, con le prenotazioni di hotel a 5 stelle che corrono e aumentano di ben 2 punti percentuali rispetto al 2022, arrivando al 14% del totale.
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(foto SHUTTERSTOCK)