
Harris ha venduto la quota dopo aver perso la pazienza con la strategia del Credit Suisse per arginare le perdite persistenti e l’esodo dei clienti
Non si mette bene per Credit Suisse. Harris Associates, uno dei principali azionisti, ha venduto la sua partecipazione nella banca svizzera. Lo ha fatto sapere il vicepresidente e chief investment officer dell’investitore attivista con sede a Chicago, David Herro. Non sono stati chiariti i motivi della decisione ma in precedenza Herro aveva dichiarato al Financial Times che Harris era scontento della strategia del Credit Suisse per arginare le perdite persistenti e l’esodo dei clienti. «C’è una domanda sul futuro del franchising. Ci sono stati grandi deflussi dalla gestione patrimoniale – ha detto il giornale citando Herro. – Il Credit Suisse ha registrato una forte accelerazione dei prelievi nel quarto trimestre, con deflussi per oltre 110 miliardi di franchi svizzeri. Abbiamo molte altre opzioni su cui investire. Perché puntare su qualcosa che sta bruciando capitale quando il resto del settore lo sta generando?».
Harris ha rivelato una partecipazione di circa il 10% nella banca lo scorso agosto, ma l’ha ridotta al 5% a gennaio. Aveva iniziato a ridurre la sua esposizione in ottobre dopo che il Credit Suisse aveva raccolto quattro miliardi di franchi svizzeri (4,3 miliardi di dollari) dagli investitori e quando la Banca nazionale saudita l’aveva soppiantato come primo investitore
In una dichiarazione inviata via e-mail a Reuters il Credit Suisse ha affermato: «siamo in anticipo rispetto al nostro piano e abbiamo chiari obiettivi strategici. Siamo concentrati al massimo sull’esecuzione con successo del nostro piano e sul progresso verso i nostri obiettivi per garantire che il nuovo Credit Suisse offra valore sostenibile a tutti i nostri stakeholder».
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